Simbolo di una tifoseria e di un periodo storico, per anni è stato il cuore pulsante della Curva Sud e uno dei più importanti gruppi della storia
9 gennaio 1977: una data storica per i tifosi della Roma, dato che oggi, 42 anni fa, nasceva il Commando Ultrà Curva Sud (CUCS). Lo storico gruppo, nato dalla fusione di diverse realtà come Boys, Fossa dei Lupi e Pantere Giallorosse guidò i tifosi della Roma fino al 2000, anno del definitivo scioglimento. Simbolo di romanità e romanismo, per 10 anni il CUCS accompagna in Italia e in Europa la Roma, facendosi conoscere in tutto il mondo.
“NOI TI AMIAMO E TI ADORIAMO” ?❤️#CUCS ⚡️ pic.twitter.com/4pPBd3DpCz
— AS Roma (@OfficialASRoma) 9 gennaio 2019
L’idillio termina nel 1987, anno dell’acquisto dell’ex laziale Lionello Manfredonia. Da quel momento il CUCS si divide in due: una parte resta vicino alla scelta della società accettando l’arrivo del giocatore, un’altra non riesce a digerire il nuovo acquisto, e fonda il GAM (Gruppo Anti Manfredonia). Da quel momento la storia del CUCS si fa più oscura, a causa di scontri ed incidenti che portarono cattiva luce sul gruppo e sulla tifoseria.
? 9 gennaio 1977
? Allo stadio appare per la prima volta lo striscione del Commando Ultrà Curva Sud.
? “Noi ti amiamo e ti adoriamo, siamo del Commando Ultrà!”
42 anni di #CUCS ?❤#ASRoma pic.twitter.com/E6DHFHvRWp— SiamolaRoma (@siamo_la_Roma) 9 gennaio 2019
Nonostante tutto la storia del Commando resta legata a doppio filo a quella della Roma: gli inni e i cori cantati dai ragazzi dell’epoca, vengono ancora citati durante le partite della Roma, a dimostrazione di quanto il gruppo abbia influito sulla storia della tifoseria giallorossa.
Per i nostalgici è impossibile non emozionarsi al ricordo dello striscione “Ti amo”, apparso il 23 ottobre del 1983 in occasione di un derby Lazio-Roma vinto 0-2; o pensando al coro “Che sarà sarà”, cantato il 20 maggio del 1985 in occasione della sconfitta per 1-2 contro il Bayern Monaco in Coppa delle Coppe, quando lo stesso allenatore dei tedeschi Udo Lattek rimase a bocca aperta nel sentire uno stadio intero inneggiare la propria squadra, anche se sconfitta.