Un arbitraggio altamente insufficiente che ha privato la Roma della finale di Kiev
Una cavalcata europea che rimarrà nella storia del club giallorosso, ma con un epilogo che poteva essere molto diverso.
Nella finale di Kiev avrebbe potuto esserci la squadra di mister Di Francesco: la tenuta difensiva dei giallorossi non ha aiutato ma quanto accaduto, dal punto di vista arbitrale, nella sfida di ritorno all’Olimpico non ha precedenti. Fu l’ultima edizione della Champions senza l’utilizzo della VAR, che nella notte del 2 maggio avrebbe probabilmente ribaltato il risultato e consegnato ai giallorossi la loro seconda finale di Champions League della loro storia.
Ecco la moviola degli episodi più netti.
Minuto 25’: Wijnaldum segna il gol del 2-1 Liverpool in solitudine davanti ad Alisson. L’assist non è di un compagno, bensì di Dzeko, vistosamente sbilanciato da van Dijk. I giocatori della Roma si lamentano, ma Skomina convalida il gol.
Minuto 31′: Dzeko viene fermato in area, per fuorigioco, sul lancio di De Rossi. Altro errore: il bosniaco era in posizione regolare.
Minuto 49′: Dzeko viene messo giù da Karius in area di rigore: sarebbe rigore se non fosse che l’arbitro ha fischiato in precedenza il fuorigioco dello stesso bosniaco. Fuorigioco inesistente. Quindi, sarebbe stato rigore ed espulsione per Karius.
Minuto 64′: l’episodio di più scandaloso. Alexander-Arnold para, al posto di Karius, una conclusione a botta sicura di El Shaarawy. Rigore ed espulsione del difensore del Liverpool.