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Amarcord, 14 novembre 2014. De Rossi: “Nessun rimpianto per essere rimasto alla Roma”

Il centrocampista durante la conferenza stampa in Nazionale: “Era uno scenario impossibile che si verificasse ma è stato un orgoglio”

Il 14 novembre del 2014 Daniele De Rossi rilasciò alcune dichiarazioni durante la conferenza stampa dal ritiro della Nazionale. Tra i temi trattati, anche la scelta di rimanere alla Roma, da lui definita “senza rimpianti”:

“Cento presenze in Nazionale? E’ incredibile, inimmaginabile, un traguardo che porterò nel cuore anche dopo la fine della carriera. Vorrei essere superato da qualche bravo giovane. Balotelli? E’ difficile da credere che Conte si faccia indirizzare per convocarlo. Quelle battute su di lui dopo i Mondiali? L’allenatore alla prima conferenza ha detto che riparte dagli uomini e non ha fatto riferimento a nessuno. Quel discorso era legato a come poter ripartire. Si riparte dagli uomini, in Nazionale e con la Roma. Uomini che vogliono risollevarsi. Con Mario c’è un ottimo rapporto. Non è detto che non possiamo diventare amici. E’ un bravo ragazzo, buono. Non mette zizzania nello spogliatoio. Esuberante, a volte vive il suo lavoro in modo particolare. Mario è fondamentalmente buono. I problemi in difesa? Considerando le regole sugli stranieri credo che la Roma attinga alle risorse degli italiani. Penso a Astori, De Sanctis… Romagnoli mi supererà con le presenze in Nazionale, diventerà un campione assoluto. Gli stranieri della Roma sono comunque tutti forti, da Manolas a Cholevas. La mia carriera in Nazionale? Non mi preoccupa che ci si aggrappi a me. Sono pronto a fare vari ruoli, a fare ciò che servirà, con la massima disponibilità. Conte mi voleva alla Juventus? Le sue parole mi hanno inorgoglito, è un tecnico che ho sempre stimato. La scelta di restare alla Roma non mi lascia rimpianti. Era uno scenario impossibile che si verificasse ma è stato un orgoglio. Con la Roma dopo la Juve siamo ripartiti con amarezza ma ce la siamo giocati alla pari. Gli scorsi Mondiali? Il tempo allontana i brutti ricordi e si riparte. Se faremo una gran gara domenica troveremo più fiducia. C’è bisogno di tornare a vincere. Gli stranieri? Si potrebbero eliminare ma non è fattibile. Siamo tutti liberi di girare per il mondo, è impossibile chiudere una nazione di calcio come l’Italia. Bisogna lavorare sul vivaio e sui settori giovanili. Il duello con la Juve? Ci sentivamo alla pari anche lo scorso anno. Ci sentiamo al loro livello. I passi falsi capitano a chiunque,a Napoli abbiamo perso male, con la Juve non meritavamo di perdere. Con il Bayern abbiamo giocato con un avversario più forte di noi. Gol in Nazionale? Ho segnato tanto e mi fa piacere. Spero che Zaza, Immobile, Pellè e tutti gli altri mi superino in fretta, è il loro lavoro. Sono più vecchio di loro e ho segnato di più, anche per le mie maggiori presenze. Gara più importante con l’Italia? La finale di Berlino è indimenticabile, il punto più alto della mia carriera. Pirlo è il giocatore che può cambiare le sorti della squadra ma possiamo far bene anche senza di lui. Mi aspetto di vincere l’Europeo, l’allenatore pensa solo a questo. Mancini all’Inter? Mi dispiace per Mazzarri, è un allenatore molto bravo. Sono contento per Mancini, lo stimo molto. Gli esoneri a Roma per fortuna non ci riguardano più. A chi dedico le cente presenze? Al mio amico Emanuele Mancini, che gioca in D, calciatore meraviglioso con cui sono cresciuto nel settore giovanile della Roma. Il primo pensiero va a lui”.

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