Mou cambia la Roma ma non troppo
A caccia del pokerissimo. Perché poi per sbancare il campo bisogna iniziare a calare le carte giuste. Ed allora José Mourinho oggi la Coppa Italia se la vuole giocare al meglio. O quasi. Con tanti dei suoi fedelissimi, anche se non tutti. Perché sa che per provare a vincere in questa stagione questa è la strada più breve di tutte: 5 partite, una dietro l’altra, quasi tutte da dentro o fuori, ad iniziare dalla sfida di stasera con il Lecce, unica squadra di Serie B ad essersi qualificata agli ottavi di finale.
In carriera l’allenatore giallorosso ha già vinto 4 volte la coppa nazionale: con Porto (2002-03), Chelsea (2006-07), Inter (2009-10) e Real Madrid (2010-11). Farlo a Roma, però, gli darebbe emozioni e sensazioni diverse, perché di colpo diventerebbe l’imperatore di un popolo che non gioisce da quasi 14 anni. L’ultima volta fu nel 2008, con il primo Spalletti, e la gioia fu legata proprio alla vittoria di una Coppa Italia, la nona romanista. Ora Mou cerca la decima. E il suo pokerissimo.
Mourinho cambierà qualcosa, ma non troppo. Mancini (squalificato) è a riposo forzato, esattamente come Smalling, il che rende obbligatoria la coppia di difensori centrali formata da Ibanez e Kumbulla (tra l’altro, quest’ultimo ricoperto di elogi dallo stesso Mou alla fine della gara con il Cagliari). In mezzo rientra Cristante e dovrebbe essere confermato Sergio Oliveira, che ha già cambiato il volto della Roma.
Davanti riposo per Zaniolo, conferma per la verve di Felix e ballottaggio Mkhitaryan–Shomurodov, con il primo favorito, anche se poi il fatto di dover giocare anche a Empoli domenica potrebbe portare Mou a dargli un turno di stop. l terminale offensivo, invece, dovrebbe essere ancora Abraham, fedelissimo di Mou, l’unico finora che ha dimostrato di avere confidenza con il gol (14 reti in 28 partite). Lo scrive “La Gazzetta dello Sport”.