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Juventus, il club avvisa gli azionisti: “A rischio coppe e la Serie A”

L’avviso della Juventus ai propri azionisti: “Rischio retrocessione”

La Procura di Torino, la Consob, la Uefa, la Figc e pure la Superlega: ce n’è abbastanza per tenere in ansia la Juventus, al centro di inchieste penali e indagini sportive e col rischio di penalizzazioni o, nella peggiore delle ipotesi, l’esclusione dalle competizioni.

Il nodo riguarda l’ormai arcinota manovra stipendi contestata dalla Procura di Torino, che ha fatto richiesta di rinvio a giudizio per 12 persone più la Juventus per manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali, emissione di fatture false e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. Stipendi che per l’accusa sarebbero stati dilazionati e solo in minima parte ridotti e quindi andavano contabilizzati in maniera diversa.

Nei documenti ritornano anche quei 3 milioni che per gli inquirenti la Juventus deve all’Atalanta citati dalla Procura di Torino e Cristiano Ronaldo. Il collegio conferma che CR7, “a mezzo di un proprio difensore, risulta avere depositato un’istanza di accesso agli atti, nei quali rivendica la propria qualità di creditore della società”.Atti negati al portoghese, ma averne fatto richiesta, secondo i sindaci, “avvalora gli elementi di indagine”, secondo cui CR7 deve ancora avere dalla Signora 19,9 milioni di euro.

Nella relazione finanziaria il club ribadisce “di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie”. Il rischio di “sanzioni, esclusione o limitazione all’accesso alle competizioni sportive” legate all’Uefa è dovuto al contenzioso per la Superlega. In caso di mancato raggiungimento dei parametri di Fair play, c’è il pericolo estremo “di non partecipare alle «competizioni nazionali e/o europee”.

Intanto è stata fissata per il 21 dicembre l’udienza di camera di consiglio per discutere l’appello dei pm sulla richiesta del sequestro preventivo alla Juve di circa 437 mila euro per il presunto reato di dichiarazione fiscale fraudolenta. Secondo l’accusa, per evadere l’Iva per gli anni dal 2018 al 2021, nella dichiarazione annuale della società relativa all’imposta sarebbero stati indicati elementi passivi fittizi attraverso fatture emesse da agenti, ma riferite a operazioni inesistenti per un valore di quasi 2 milioni, con Iva indebitamente detratta per 437.403 euro. Lo scrive “La Gazzetta dello Sport”.

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