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Nkoulou: “Il Toro ha bloccato la mia partenza”. Cairo: “Il suo comportamento mi ha fatto male”

Botta e risposta in casa Toro tra il difensore e il presidente

L’offerta della Roma, non ritenuta sufficiente dal Torino. Poi la gara da dimenticare con il Wolverhampton e l’ammissione di non essere nelle condizioni mentali migliori per giocare il ritorno, confidando in una cessione. Cessione che non è mai arrivata.
Il rapporto tra il Toro e il difensore Nkoulou sembra orami definitivamente incrinato. E il diretto interessato è tornato a parlarne in una lunga intervista a “L’Equipe“.

Sono un uomo leale, onesto ed integro. Nella mia carriera, nessun compagno di squadra, allenatore o dirigente ha mai messo in dubbio la mia professionalità. Un professionista deve informare il suo datore di lavoro se non è nelle migliori condizioni per portare a termine i suoi compiti, e così ho fatto io con l’allenatore ed i miei compagni di squadra. Per me, un uomo è definito dal modo in cui rispetta la parola data. Sfortunatamente, mi sono reso conto che gli impegni sono difficili da mantenere. Ho preso atto  del fatto che i dirigenti hanno nuovamente bloccato la mia partenza. Fedele ai miei principi, torno al lavoro senza che questi eventi non influiscano né sulla mia motivazione né sulla mia professionalità“.

Durante la conferenza stampa di presentazione di Verdi, il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha avuto modo di rispondere al difensore:

Nkoulou? Nessuna novità. Il giocatore sa quello che deve fare rispetto a società, mister e compagni. Quello che ha detto a L’Equipe? Nkoulou è arrivato da noi due anni fa, io non trattai nemmeno la cosa. Mi era stata prospettata l’idea di prenderlo in prestito con diritto di riscatto. L’anno seguente il procuratore mi disse che c’era su di lui il Siviglia. Mi ha detto che c’era stata una promessa da parte dell’ex direttore sportivo di cedere il giocatore, ma a me non era mai stata detta. Per rimanere con noi e avere la testa giusta, mi ha chiesto di ascoltare le opportunità e l’ho fatto. Ma devono essere offerte adeguate, a maggior ragione se si tratta di società concorrenti alla nostra. Il tema si risolve nelle sedi opportune: con la squadra, con il mister e con la società. Perché il Torino aveva degli obiettivi e non li ha centrati. Questo non vuol dire che è colpa sua l’eliminazione dell’Europa League, ma il suo comportamento mi ha fatto male, così come quell’eliminazione“.

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