Esclusa la gara contro la Sampdoria, dopo la sosta non c’è stata partita nella quale uno o più calciatori giallorossi sono usciti anzitempo dal campo per infortunio

Delusa, amareggiata, stanca e decimata. Ma anche orgogliosa e coesa. La Roma rialza la testa dopo la beffa di sabato all’Olimpico contro il Milan, quando la vittoria sembrava ormai raggiunta nel recupero dopo un grande sforzo, e invece puntuale l’inserimento di Saelemaekers sul secondo palo ha spento i sogni giallorossi. Ora la squadra di Mourinho è appaiata al quarto posto con le due milanesi, grazie al successo dell’Inter sulla Lazio. Esclusa la gara contro la Sampdoria, dopo la sosta non c’è stata partita nella quale uno o più calciatori giallorossi sono usciti anzitempo dal campo per infortunio. Dieci, in sei occasioni, le vittime di problemi fisici che hanno ridotto all’osso la rosa a disposizione di Mourinho. Dalla spalla di Solbakken a Torino, passando per gli stop di Dybala e Abraham a Rotterdam, al problema all’occhio di Wijnaldum che poi si è fermato assieme a Smalling nella magica notte dell’Olimpico che è valsa la semifinale. Per arrivare alla lesione muscolare di Llorente e al crociato di Kumbulla, non dimenticando la frattura alla cartilagine delle costole di Belotti e il problema alla spalla di Bove. Tralasciando Karsdorp, già ai box da più di un mese, le ultime settimane sono state un incubo a Trigoria. Stagione finita per Lorente, Kumbulla e Karsdorp (potrebbe tornare per le ultime di campionato), e pessimismo per Smalling. Lo scrive Il Tempo.

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