El Shaarawy l’equilibratore: De Rossi si gode il Faraone maturo

Esponenziale crescita di El Shaarawy, che ora De Rossi sta definitivamente plasmando in pedina essenziale del suo mutevole modulo tattico

La discontinuità si è trasformata in regolarità di rendimento. La tecnica, purissima, quasi da giocoliere, è stata messa al servizio della squadra. Non più un mero vezzo in grado di poter spostare gli equilibri del match ma saltuariamente. Stephan El Shaarawy ha ricevuto da De Rossi l’encomio pubblico più bello, perché espresso da un amico che oggi però non lo guarda più da compagno di squadra o capitano, ma con gli occhi critici dell’allenatore: “Io conosco El Shaarawy da tanti anni. Lui quando era ragazzino non era questo giocatore. Aveva tanto talento, ma era un po’ meno giocatore. Molto bello da vedere, ma meno uomo”.

“Quello che ha fatto lui stasera – ha proseguito DDR –  è incredibile in fase offensiva e difensiva. Ci ha dato profondità, è ripartito, ha difeso, ha creato occasioni. È stata una cosa bella da vedere, da rendere orgoglioso qualsiasi allenatore”.

El Shaarawy, top performance contro il Milan

Un attestato di stima che è facile rintracciare nel lavoro complessivo svolto in campo dal Faraone, che per uno strano gioco del destino, ha forse disputato contro il Milan – tra andata e ritorno – le due più belle prestazioni della sua carriera, pur non segnando. E lo ha fatto soprattutto giocando a destra, in una posizione che non ha mai amato a tal punto che anni fa, nei suoi primi mesi in giallorosso preferiva giocarsi il posto con Perotti a sinistra.

Oggi El Shaarawy è un calciatore maturo, solido, in grado di fare le due fasi con un’attenzione straordinaria. La metamorfosi è iniziata indubbiamente con Josè Mourinho in panchina, quando pian piano a causa del cambio modulo e il passaggio definitivo al 3-5-2, ha iniziato a giocare da quinto. Nell’italo-egiziano sono dunque rapidamente cresciute le skills dei recuperi e delle rincorse difensive. Ora conosce tempi di interventi, sa come dosarsi, sa quando affondare.

El Shaarawy / Milan-Roma

I numeri confermano la bontà ma soprattutto la pienezza della prestazione di ieri sfoderata dal 92 giallorosso: 4 spazzate, 2 recuperi, 8 duelli vinti. L’esterno giallorosso ha brillato anche in attacco, con 2 dribbling, numerose corse (2° per metri guadagnati in conduzione), 2 occasioni create e 3 falli subiti. (dati @asromadata).

Non si fatica dunque a definirlo ‘equilibratore‘. Nella storia recente della Roma lo è stato Marco Delvecchio con Fabio Capello quando nell’estate della stagione Scudetto gli chiese di dare sostanza sulla fascia sinistra, per contemplare la presenza in campo di Totti e Batistuta davanti; lo è stato ovviamente anche Rodrigo Taddei per tanti anni nella prima Roma di Spalletti. Oggi Stephan lo è con De Rossi, che gli ha regalato quella titolarità assoluta che spesso gli era mancata nell’ultimo periodo. La sua presenza risulta essenziale per consentire a Dybala di giostrare in posizione più offensiva a ridosso dell’area di rigore e non lasciare isolato Lukaku.

Grazie alla sua applicazione, la Roma in campo è capace di cambiare più sistemi di gioco passando alternativamente dal 4-4-2, al 4-3-3 ed eventualmente ad una difesa a 5 con il terzino sinistro in origine schierato che va a schiacciarsi vicino ai centrali.

Il Faraone ha ritrovato così la fiducia della giocata. Splendido in conduzione palla, preziosissimo nei raddoppi difensivi. Contro il Milan a tratti sembravano due. Ha fatto letteralmente girare la testa a Theo e Leao, non due scappati di casa. Difficile che anche uno come Spalletti non l’abbia notato e non lo porti all’Europeo.

 

 

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