In attesa di centrare l’obiettivo centravanti (qui tutti gli aggiornamenti su Dovbyk) in queste ore Matias Soulè sta assaggiando i primi istanti della sua nuova avventura in giallorosso. Ha incontrato De Rossi, ha riabbracciato Paulo Dybala, sua ‘fonte di ispirazione’ sin dai tempi di Torino. I due si sono allenati spesso insieme quando Mati, giovanissimo, si affacciava dalla Primavera alla prima squadra.
Il rapporto tra Paulo e Matias si è rinsaldato durante questa annata trascorsa dal giovane argentino a Frosinone. Tanti incontri con Paredes e Dybala, tante telefonate e giornate tra un mate e qualche battuta del tipo: “Se c’è possibilità raggiungici alla Roma”.
Desiderio esaudito per Soulè, che ha spinto tantissimo per indossare la maglia numero 18 della Roma. Ora dovrà mostrare sul campo di meritare da subito la fiducia e la maglia da titolare. Ci sarà da sudare ma anche da capire come poter far coesistere Dybala e Soulè in una Roma che, indubbiamente, avrà un volto molto agguerrito e un assetto offensivo.
Nel calcio i giocatori forti possono giocare insieme e non potrà mai essere un problema di moduli. I sistemi di gioco si costruiscono sulle caratteristiche dei calciatori e da questo punto di vista, l’allenatore romanista ha mostrato già di non essere un dogmatico, anzi.
Dybala più libero, Soulè ala
De Rossi, anche recentemente, è stato chiaro: Dybala per età, caratteristiche, capacità di incidere negli ultimi 30 metri e anche per conservarne intatto lo stato fisico, non può giostrare da ala di un 4-3-3 puro. Non a caso l’esperimento del 21 come falso nueve, una possibile alternativa al modulo classico con un centravanti di peso.
Tornando ancora più indietro, è giusto ricordare che dopo la prima sfida ufficiale sulla panchina giallorossa – Roma-Verona 2-1 – il tecnico fu chiarissimo: “Ho messo Paulo a rincorrere sull’out di destra ma poi mi sono reso conto che avrebbe fatto fatica, ragioneremo su una leggera modifica del suo ruolo”.
Detto fatto. De Rossi ha messo Dybala al centro della manovra offensiva, concedendogli maggiore libertà sul fronte d’attacco, svincolandolo da particolari rincorse difensive. Accentrando Paulo, è verosimile credere che Soulè occuperà, almeno di partenza, il ruolo di ala destra. Lo ha fatto nella maggior parte delle partite del Frosinone, sia nel 4-3-3 che nel 4-2-3-1. Ha spunto, dribbling, giocate, soprattutto la freschezza atletica e mentale per sacrificarsi anche nelle rincorse necessarie in fase di non possesso.
La Roma però non penderà a destra. Dybala potrebbe completare la sua mutazione definitiva in un numero 10 classico, al quale si chiede di inventare gioco, di farsi trovare libero tra le linee ma anche di abbassarsi per ricamare gioco.
Soulè a quel punto può occupare la sua mattonella scegliendo di accentrarsi sul mancino o di andare a chiudere sul secondo palo in area di rigore, con la Joya a rifinire o concludere arrivando a rimorchio e un altro esterno a sinistra – ala pura come El Shaarawy o trequartista di corsa e inserimento come Pellegrini – a completare il trio alle spalle del centravanti ucraino, Dovbyk, che ha avuto insieme ad Halland la miglior percentuale realizzativa in Europa in area di rigore e soprattutto area piccola.
Un quadrilatero offensivo nel quale tutti avranno compiti e funzioni diversi per integrarsi al meglio. La Roma accelera sul centravanti per regalare a De Rossi finalmente un attacco completo sul quale lavorare in vista dell’inizio della stagione.