Da “Smalldini” alla notte di Budapest: l’eredità di Smalling alla Roma

Il difensore centrale inglese lascia la Capitale, dove ha vissuto stagioni ottime e stagioni segnate da infortuni. C'è l'Arabia ad aspettarlo

Smalling

Dopo cinque stagioni, Chris Smalling lascia la Roma per iniziare una nuova avventura in Arabia Saudita con l’Al-Fayha FC. Il difensore inglese, giunto nella Capitale nell’estate del 2019, ha rappresentato un punto fermo per la difesa giallorossa. Il suo percorso a Roma è stato caratterizzato da grandi successi – personali e non-, momenti di difficoltà e un legame profondo con la tifoseria, che per tempo lo ha sostenuto con affetto.

 

L’impatto fulminante nella prima stagione

Arrivato a Roma nell’estate 2019 dopo una missione di Petrachi a Manchester, in pochi si aspettavano che l’inglese avrebbe avuto un impatto così immediato e decisivo. Nella stagione 2019-2020, infatti, il centrale inglese si impose come uno dei migliori difensori della Serie A, grazie alla sua presenza fisica, abilità nel gioco aereo e una sorprendente capacità di adattamento al calcio italiano. Con 37 presenze tra campionato e coppe, Smalling divenne rapidamente un pilastro della difesa giallorossa, guadagnandosi il soprannome di “Smalldini” dai tifosi. La sua solidità difensiva fu fondamentale per la Roma, nonostante la squadra agli ordini di Fonseca riuscì a conquistare solo un timido quinto posto in classifica.

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Le difficoltà della seconda stagione

Dopo l’eccellente annata iniziale, Smalling fu acquistato a titolo definitivo dalla Roma nell’estate 2020, ma la stagione 2020-2021 fu caratterizzata da luci e ombre. L’inglese continuò a mostrare la sua qualità quando in campo, ma gli infortuni cominciarono a tormentarlo, limitando la sua continuità e la possibilità di replicare le prestazioni dell’anno precedente. Nonostante ciò, il suo contributo restò importante, ma la squadra faticò a mantenere gli stessi livelli di rendimento, chiudendo la stagione con un deludente settimo posto, nonostante l’arrivo in semifinale di Europa League, poi persa contro il suo ex Manchester United.

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Il ritorno da protagonista e la vittoria della Conference League

La stagione 2021-2022 rappresentò una sorta di rinascita per Smalling e per la Roma. Con Mourinho in panchina, il difensore inglese ritrovò forma e fiducia, diventando un elemento chiave della squadra. Smalling fu fondamentale nella storica cavalcata che portò la Roma a conquistare la prima edizione della UEFA Conference League, battendo il Feyenoord nella finale di Tirana. Le sue prestazioni furono decisive in una competizione in cui la Roma trovò riscatto e gloria europea dopo anni di delusioni. Smalling fu il leader della retroguardia composta insieme a Ibanez e Mancini, assicurando stabilità e sicurezza in un torneo che rimarrà per sempre nella storia del club.

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L’amarezza di Budapest

Dopo il trionfo di Tirana, la stagione 2022-2023 vide ancora una volta Smalling al centro della difesa romanista, in una squadra che si confermò competitiva a livello europeo. La Roma raggiunse la finale di Europa League, affrontando il Siviglia a Budapest. Nonostante l’ottima prova di Smalling e compagni, la finale si concluse in maniera amara per i giallorossi, che persero ai rigori. Anche in questa stagione, però, l’inglese si dimostrò uno dei migliori difensori della rosa, contribuendo in maniera significativa al percorso europeo della squadra.

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Il crepuscolo di una storia d’amore e odio

L’ultima stagione di Smalling alla Roma, è stata la più complicata. Gli infortuni tornarono a farsi sentire con maggior insistenza, limitando notevolmente il suo impiego. A peggiorare la situazione, il rapporto tra Smalling e Mourinho si incrinò, con il difensore che ha visto ridursi il suo minutaggio in campo e ha perso quella centralità che aveva caratterizzato le stagioni precedenti. Con l’arrivo di De Rossi, Smalling torna spesso tra i convocati, ma la sua stagione si chiude con sole 12 presenze. In estate DDR gli fa capire di non contare più di tanto su di lui, ecco quindi la possibilità di cambiare squadra, paese e continente. Ora lo attende una nuova avventura in Arabia Saudita, ma il suo nome resterà scritto sulla lista dei migliori difensore giallorossi della storia e inciso, forse, nel cuore dei tifosi. Thank you, Chris!.

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