Massimo Ferrero torna a far parlare di sé con una lunga intervista concessa a Belve, il programma di Rai2 condotto da Francesca Fagnani. Nell’ultima puntata della quinta stagione, in onda questa sera alle 21.20, l’ex presidente della Sampdoria si è raccontato senza filtri, ripercorrendo momenti salienti della sua vita personale e professionale.
Tra le confessioni più significative, Ferrero ha ribadito il suo grande rimpianto calcistico: “Il mio sogno era comprarmi la Roma”. Un desiderio mai nascosto, che riaffiora nonostante i sette turbolenti anni alla guida della Sampdoria. Incalzato dalla conduttrice, che lo ha definito “uno dei presidenti più odiati dal popolo blucerchiato”, Ferrero ha risposto: “Non hanno mai accettato la mia romanità. So’ andato via e gli ho detto ‘me rimpiangerete’, e mo’ me rimpiangono pe’ davero. I tifosi non sono i padroni delle squadre”.
Non sono mancate frecciate sull’identità della squadra ligure. Alla domanda sull’inno della Samp, che in passato aveva definito “brutto”, Ferrero ha rincarato la dose: “Beh, due p… Devi partire alla riscossa in campo, co’ quella noia ma come fai, vuoi mette quello della Roma?”. Ha però ammesso: “Potevo essere più diplomatico”.
Durante l’intervista, spazio anche alla vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto nel 2021 e da cui è stato successivamente prosciolto: “Hanno voluto fermarmi. Ero circondato de ladroni. Non ci credevo, mi è crollato il mondo. Ai miei figli ho detto che era tutto un film”.
Fagnani ha infine rievocato uno degli episodi più controversi della sua presidenza, quando Ferrero si riferì a Erick Thohir, allora presidente dell’Inter, come “quel filippino” (nonostante fosse indonesiano): “Perché ce l’avevo dentro casa un filippino”, si è giustificato con ironia. Quanto alla definizione di Marco Giampaolo, che lo bollò come “un rancoroso dio del Vecchio Testamento”, Ferrero ha replicato: “Magari, se ero Dio non stavo qua. Questa frase l’ha letta da qualche parte perché quello mica ce l’ha tutta sta intelligenza!”.