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Focus, “Salvate il soldato Perotti”: l’argentino ha saltato 26 gare in questa stagione, mai così male in carriera

Viaggio all’interno del calvario del numero 8 giallorosso, troppo spesso frenato da problemi muscolari

Cercasi Diego Perotti. Dell’esterno offensivo, in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difensore sul suo cammino, si sono perse le tracce. Colpa di un fisico fin troppo fragile, che sembra inviare messaggi inquietanti per il prosieguo della stagione, ancor di più per la sua carriera. Ma dove iniziano i problemi per il calciatore giallorosso? Torniamo indietro di circa 10 anni.

I guai muscolari dell’argentino iniziano nel 2010: con 28 presenze alle spalle nella Liga e 7 in Champions League, Perotti è costretto a fermarsi il 28 marzo nel match contro il Villarreal, perso dal Siviglia al “Madrigal”: un mese ai box che gli fa saltare 6 match di campionato. Nulla di grave, sembra, all’interno di una stagione che vedrà l’argentino impiegato in ben 40 occasioni.
Ma i problemi nel 2010 non sono ancora terminati e, all’inizio della stagione successiva, il “Monito” si ferma ancora: un’altra lesione muscolare che gli fa saltare solo 3 match, complice la sosta invernale. Ma anche in quella stagione, chiusa con 48 presenze all’attivo, l’argentino assicurò una preziosa continuità di rendimento.

L’inizio del calvario ha una data ben precisa: 16 ottobre 2011. Perotti fa in tempo a confezionare l’assist per il vantaggio del Siviglia, nel match contro lo Sporting Gijon, ma al 28‘ del primo tempo alza bandiera bianca: il muscolo cede e il cambio è inevitabile. Tra tentativi di recupero, di riatletizzazione e fisioterapia, a complicare il tutto ci si mette anche il dolore causato da un’ernia del disco: il bilancio a fine stagione parla di 23 gare saltate per infortunio e sole 19 presenze totali.

Nella stagione 2012/13 non sembra esserci soluzione ai problemi dell’argentino.
Le assenze salgono da 23 a 26, i guai principali arriva dall’ernia al disco che lo mette completamente k.o. da metà gennaio a fine marzo. Le 20 apparizioni totali in stagione non ingannino: il minutaggio complessivo (965 minuti) copre a malapena la durata di 10 gare complete. Perotti inizia a soffrire e riflettere sul da farsi per tentare, in tutti i modi, di tornare ad essere un calciatore decisivo.
Nell’agosto del 2013, la nuova stagione con la maglia del Siviglia parte con i giusti presupposti: i problemi fisici sembrano esser finalmente superati, o quasi, e Perotti riprende a giocare con una buona continuità. Sensazioni positive che vengono smentite poco dopo, perché già a fine settembre il “Monito” è di nuovo fermo. Out per 5 partite, ci riprova poco dopo ma il fisico non risponde bene. Nemmeno gli interventi a cui si sottopone sembrano essere risolutivi.
Lì la decisione di tornare in patria, in Argentina, per ritrovare, col calore di “casa”, le giuste condizioni per mettersi alle spalle le ultime controverse stagioni in Spagna.
Il 5 febbraio 2014 il Siviglia lo cede in prestito secco al Boca Juniors: per Diego, nato e cresciuto a Moreno, una piccola cittadina nella provincia di Buenos Aires, ma soprattutto nel settore giovanile dei “Xeneizes“, sembra il contesto ideale per ritrovarsi.

Sarà un flop, annunciato da quel che scrivevano i giornali in Spagna, ormai convinti che l’argentino avesse imboccato, senza freni, il viale del tramonto. Una sola presenza (17 minuti contro l’Estudiantes) il 23 febbraio e poi un infortunio muscolare, l’ennesimo alla coscia destra, che lo mette fuori causa per il resto della stagione in Sudamerica.
Nella testa del “Monito” inizia ad insinuarsi un pensiero tremendo, quello di smettere.
Il fisico non sembra supportare a dovere il talento posseduto nei piedi e il tempo passato, tra infermerie e palestre, è infinitamente superiore rispetto a quello trascorso in campo.
Il Siviglia non ne vuole più sapere, con un anno residuo di contratto, e decide di metterlo sul mercato: arriva il Genoa di Preziosi a credere nel suo riscatto. Saranno versati 350.000 euro nella casse del club spagnolo e così Perotti accetta la sfida, cambiando nuovamente camiseta.


La prima stagione con il “Grifone” restituisce al calcio europeo il talento che si era completamente smarrito in Liga: 28 presenze, 4 reti ma sopratutto tanta qualità al servizio della squadra rossoblù.
I problemi fisici sembrano un lontano ricordo e tanti club tornano a puntare, con grande attenzione, le giocate del numero 10 sudamericano.

Tra tutti, la Roma che affonda il colpo con Preziosi nel gennaio del 2016, riportando nel calcio che conta Diego Perotti.
Nella seconda parte di stagione arrivano 17 presenze e 3 gol, nella seconda stagione in giallorosso addirittura 45 con 10 reti totali e 10 assist (la miglior annata di sempre per l’argentino) con il gol storico con il Genoa, nel giorno in cui Totti saluta e la Roma acciuffa un posto in Champions.
Ma la magia sembra spezzarsi nuovamente nel gennaio del 2018: il numero 8 giallorosso si ferma a Bergamo per un affaticamento muscolare, più tardi il 31 marzo, al termine della sfida di Bologna, il polpaccio inizia a dare problemi. Tornano così ad essere parecchie le assenze (13), al netto di 35 apparizioni complessive e di 8 gol.

La Roma termina la stagione senza l’aiuto del “Monito” che sfrutta l’estate e il ritiro a Trigoria, dove consolarsi per la mancata convocazione ai Mondiali in Russia, per preparare al meglio il ritorno in grande stile.
Ma l’argentino si ferma ancora prima di partire: solo 28 minuti al Bernabeu, con il Real, e 90 minuti con il Bologna nei primi tre mesi della stagione. Tra caviglia destra, polpaccio e bicipite femorale, Perotti è un fantasma che aleggia a Trigoria.

Un lungo lavoro di recupero, il rientro in gruppo che sembra non arrivare mai e poi il ritorno in campo: qualche spezzone di gara con Inter e Juventus, prima di arrivare alla magistrale prestazione con il Sassuolo. I giallorossi volano, l’argentino incanta e la crisi sembra ormai alle spalle. Monchi è convinto di aver recuperato anche l’argentino per il nuovo anno, lo stesso Perotti vuole voltare pagina e tornare un titolare inamovibile nello scacchiere di Di Francesco.
Proclami non mantenuti: basta qualche scatto, nel riscaldamento del match di Coppa Italia contro la Virtus Entella, e il polpaccio lo blocca, ad un passo dalla sua “prima” da capitano con la Roma.
Il conteggio attuale è spaventoso: sulle 30 gare disputate dalla Roma, Perotti ne ha saltate 26, con soli 218 minuti all’attivo. Parliamo della peggior stagione dell’argentino in carriera. E il conteggio sale a 27 su 31 partite se consideriamo la sua certa assenza contro il Porto.

In attesa dell’ennesimo recupero e con la speranza di rivederlo presto in campo, la Roma si augura che l’argentino non sia tornato in quel limbo di fragilità che anni fa lo aveva quasi costretto a smettere di giocare.
Dopo aver assaporato tutto il suo repertorio, sarebbe un peccato mortale.

RIEPILOGO:

Siviglia 09/10:                         40 presenze, 5 reti
Siviglia 10/11:                           48 presenze, 5 reti
Siviglia 11/12:                            19 presenze, 0 reti
Siviglia 12/13:                           20 presenze, 1 rete 
Siviglia set-dic 13:                    19 presenze, 4 reti
Boca Juniors gen-mag 14:       1 presenza, 0 reti
Genoa 14/15:                             28 presenze, 4 reti
Genoa set-dic 15:                      17 presenze, 1 rete
Roma gen-mag 16:                   17 presenze, 3 reti
Roma 16/17:                              45 presenze, 10 reti
Roma 17/18:                              35 presenze, 8 reti
Roma 18/19:                                5 presenze, 1 rete

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