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Roma, Ranieri: “In 12 giornate ci giochiamo il futuro, i ragazzi sono sensibili” (VIDEO)

“Alla fine chi soffre veramente siamo noi tifosi”

Claudio Ranieri nel giorno del suo ritorno nella capitale ha rilasciato una video intervista a RomaTV dove si rivolge in primis ai tifosi e presenta quella che sarà la volata finale dei giallorossi. Queste le sue dichiarazioni:

Che cosa significa tornare a Roma?
Tornare a Roma per me significa tanto, tutto. Sono sempre stato tifoso, sono stato giocatore e allenatore. Era tanto che dormivo la notte, stanotte quando ho saputo che potevo essere io non ho dormito. E’ un buon segno.

Che cosa la lega alla Roma?
Alla Roma mi lega la mia romanità, San Saba, Testaccio e l’oratorio. Roma era nel mio dna. Tutta la mia vita calcistica è legata alla Roma. Quando ero calciatore a Catania facemmo gli spareggi a Roma, prima di entrare allo stadio feci mettere la canzone di Venditti per caricare la squadra. Tutto mi lega a Roma.

Che giornata è stata?
La giornata è stata lunga ma bella, quando fai le cose con piacere non senti nulla. Sono tornato a Trigoria, l’ho trovata cambiata. Sono cambiate tante cose.

Che cosa si aspettano i tifosi?
I tifosi vogliono che i giocatori sentano il valore della maglia. Chiederò di dare tutto per essere soddisfatto, è importante che diano tutto quello che hanno. I tifosi sono passionali ed è logico che sono insoddisfatti ma se vedono che la squadra lotta e l’arbitro magari nega il rigore non va al Var, sono soddisfatti”.

Su quali aspetti deve lavorare?
Il primo aspetto da valutare è quello psicologico, dopo due sconfitte e un’eliminazione saranno distrutti. Cerco di collegare il calcio alla vita, siamo fortunati, facciamo un mestiere per cui pagheremmo. Mi reputo una persona fortunata e dobbiamo fare di tutto per questo motivo, cercare di essere noi stessi e dar fondo a quello che abbiamo. L’attaccamento a maglia, società e tifosi, che sono passionali ed è logico che siano insoddisfatti, ma se vedono la squadra che lotta e si impegna sanno apprezzare lo sforzo. E’ questo l’aspetto principale sul quale batterò.

È cambiato in questi anni?
Sicuramente sono cambiato. Quando ho iniziato 32 anni fa il calcio era diverso. Se sono stato chiamato dalla Roma significa che mi sono aggiornato. La voglia di migliorarmi non mi abbandona. Sono migliore di due anni fa.

Come ha trovato il gruppo?
I ragazzi sono sensibili, alcuni potrebbero essere non abituati, essendo giovani, ad una piazza così importante, chiedo ai tifosi di stargli vicino ed incoraggiarli anche e soprattutto nei momenti difficili, perché poi alla fine chi soffre veramente siamo noi tifosi.

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