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Pizarro: “Qualcosa si è rotto nel gioco della Roma. L’assenza di Zaniolo si sente”

L’ex centrocampista giallorosso: “Voglio un gran bene alla Roma, dal 2001 uno dei miei obiettivi è sempre stato quello di diventare un suo giocatore”

David Pizarro, ex giocatore della Roma, è stato intervistato dall’emittente radiofonica ReteSport ed ha parlato anche dell’attuale squadra di Fonseca. Queste le sue parole:

Sulla Roma attuale…
“Sicuramente il più dispiaciuto sarà l’allenatore, dopo le feste abbiamo trovato un’altra Roma. Qualcosa si è rotto nel gioco, lo ha detto anche Edin l’altro giorno che non sono degni della Serie A. Questa situazione preoccupa perché l’obiettivo è ancora lì. L’Atalanta è una buona squadra, mentre la Roma è bipolare. Con la Lazio e con il Sassuolo due partite diverse. Sono contento che Dzeko sia rimasto, lui è metà squadra al momento. L’assenza di Zaniolo si sente”.

Gli infortuni…
“Il problema della Roma sono gli infortuni, una domanda se la devono fare. Negli ultimi mesi più di 20 stiramenti sono troppi”.

Under…
“È un giocatore che ancora non si è affermato, le qualità ce l’ha. La domanda però è, fino a quando ti dobbiamo aspettare?”

Spalletti…
“Io ho conosciuto Spalletti ad Udine e già dava le capocciate al muro (ride), io mi dicevo ‘ma saranno tutti così’. Con Spalletti ho lavorato 7 anni. È un allenatore importante, soprattutto in coppia con Andreazzoli. Soprattutto per il modo con il quale preparavano le partite”.

Sulla Roma…
“Io voglio un gran bene alla Roma, l’ho conosciuta nel 2001 e uno dei miei obiettivi è sempre stato quello di diventare un suo giocatore. Mi dispiace per quello che è successo con Totti e De Rossi per quello che significa la Roma per loro”.

Confronto col Napoli…
“Del Napoli si può dire tutto, ma i giocatori forti in questi anni li ha tenuti. La Roma no. E questo è un peccato. In Italia è fondamentale difendere, Eriksen avrà qualche problema secondo me. Almeno all’inizio”.

I capitani…
“Le differenze tra Totti e De Rossi capitani? Entrambi grandi, per Totti bastava la presenza, Daniele parlava di più… Per me sono stati grandissimi. Il più gran rimpianto è stato Menez ci poteva far vincere le partite da solo. È stato un dispiacere per me, volevo e potevo aiutarlo di più. Lui è stato uno di quei giocatori che ce l’aveva sempre con il mondo”.

Il trasferimento alla Roma…
“Io non potevo trasferirmi direttamente dall’Udinese alla Roma, perché Spalletti non si era lasciato bene con Pozzo. Quindi sono dovuto prima passare per l’Inter e solo successivamente alla Roma”.

Su Mancini e il periodo di Firenze…
“Il modo di gestire di Mancini fa la differenza e al City questo ha fatto, anche perché con tutti quei campioni. A Firenze ci siamo divertiti, con Montella allenatore e Aquilani in campo. Vincenzo forse ha sbagliato a fare certe scelte successivamente”.

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