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AIC, Calcagno: “Ripresa? Tutti i giocatori sono preoccupati”

“Rischiamo di ricominciare senza che i calciatori abbiano visto lo stipendio”

Ai microfoni di Centro Suono Sport, è intervenuto Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Assocalciatori. Queste le sue parole:

Giocare le partite di pomeriggio durante la ripresa?
“Ho giocato per tanti anni nei campi di serie C del sud alle 15, e posso assicurare che non è facile. Spero che su questo si possa ragionare, ma andiamo per step. Noi stiamo aspettando i protocolli che sono in corso di validazione, è in programma per il prossimo 28 maggio una riunione importante, vediamo cosa uscirà fuori”.

Si è parlato molto della questione stipendi dei calciatori. Siete preoccupati?
“Siamo molto preoccupati. Rischiamo di ricominciare senza che i calciatori abbiano visto lo stipendio in questi mesi. Noi dobbiamo considerare che non esistono solo i calciatori di Serie A, ci sono giocatori di Serie C che hanno un ingaggio lordo non superiore a 50mila euro, per loro non aver ricevuto lo stipendio questi mesi fa la differenza”.

I calciatori sono tranquilli e sicuri di scendere in campo? Hanno espresso preoccupazioni?
“Sono tutti preoccupati, tutti i professionisti, non solo i calciatori. Io faccio l’avvocato e ci sono colleghi che ancora non hanno ricominciato a lavorare, per esempio. Tornando ai calciatori, abbiamo l’esempio di Michael Agazzi che non si è sentito sicuro e ha preferito risolvere il proprio contratto che ricominciare a giocare. Non c’è un discorso di essere pro o contro la ripresa: c’è una comunità scientifica che consiglia e ci sono protocolli in fase di validazione…vediamo. Poi dobbiamo vigilare che i protocolli vengano rispettati, ma questo fa parte del nostro lavoro. Bisogna valutare se ci sono le condizioni per ripartire, e in questo momento sembrano esserci. Ripartire non con il rischio zero, ovviamente, ma con un rischio minimo. Ma questo discorso vale per tutti i settori, non solo per il calcio”.

Sembra che questa stagione possa finire il 20 agosto e la prossima ricominciare il primo settembre. Qual è la posizione dei calciatori, soprattutto per le settimane di ferie che gli spetterebbero?
“Le ferie vanno godute singolarmente, il calcolo non è uguale per tutta la squadra, è fatto sul singolo. La questione è già stata risolta, comunque. Uno dei primi DPCM del governo diceva di far godere le ferie ai dipendenti, in questa categoria rientrano anche i calciatori ovviamente. Per cui le settimane di marzo in cui non si è giocato, in cui non ci sé allenati, vengono ‘risolte’ in questo modo. Anche per questo prima parlavo dell’importanza della questione stipendi”.  

Sono state rimandate le elezioni dell’Associazione Italiane Calciatori, che prima o poi però ci saranno. Lei si candiderà?
“Sì, sono tra i candidati. Il virus ha rimandato anche le nostre di elezioni, ovviamente,  spero comunque che durante l’anno si riusciranno a fare”.

Qual è il suo programma?
Siamo in un momento storico importante. Le scelte che faremo nei prossimi anni condizioneranno le prossime generazioni di calciatori e anche di presidenti, secondo me. Si parla di un sacco di riforme: riforme dei campionati nazionali e delle competizioni europee. Bisognerà fare delle attente valutazioni”.

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