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Conte: “No ad un nuovo lockdown. Restrizioni regionali in base a fasce di rischio”

Il presidente del Consiglio dei Ministri ha aggiornato la Camera sulle nuove misure che arriveranno nel prossimo DPCM

Il Premier Giuseppe Conte interviene alla Camera per aggiornamenti sull’emergenza Covid e sulla nuova stretta col nuovo DPCM. Queste alcune delle sue parole: “Già sabato la lettura dell’evoluzione del quadro pandemico, ha costretto ad adottare un nuovo corpus di misure restrittive già prima di mercoledì 4 novembre, data inizialmente fissata. In ragione di queste nuove evenienze, sono qui alle Camere oggi e ho proposto alle forze di opposizione un tavolo di lavoro, cosa che è stata però rifiutata. Se ci fossero ripensamenti, confermo che la proposta del Governo permane e rassicuro che la proposta non sottende una confusione di ruoli o mira a sovrapposizione di responsabilità. Il Governo è consapevole delle responsabilità davanti al Paese, per mettere in salvezza la Nazione”.

Sulla situazione europea

“Il quadro è critico in tutto il continente, ogni paese sta adottando misure più restrittive per rispondere alla crescente curva epidemiologica. L’Europa, all’interno di un quadro complesso, è una delle aree più colpite dall’urto della seconda ondata. Secondo il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, la maggior parte dei paesi europei si è evidenziato un aumento di 150 casi ogni 100mila abitanti e la situazione anche nel nostro paese la situazione è in peggioramento”.

Sui numeri della seconda ondata

“378129 contagiati a ieri, il 94%, 357288 risulta in isolamento domiciliare. Al picco della prima ondata, si curava in casa solo il 51,8% dei contagiati. Solo lo 0,5%, 1939 persone, risulta ricoverato in terapia intensiva contro il 6,7% della prima ondata. Gli isolati contagiati sono in gran numero anche se la gravità rispetto alla prima ondata sembra diversa. Gran parte delle persone sono asintomatiche o paucisintomatiche, fino al 95% delle persone ci sono sintomi lievi. Ieri 1939 persone erano in terapia intensiva, occupando il 21% dei posti totali. I pazienti in terapia intensiva ora sono la metà dei posti letto attivati, all’inizio dell’emergenza c’erano 5179 posti disponibili. In questi mesi abbiamo distribuito 3370 nuovi posti, nuovi ventilatori, a ora ci sono 9052, più 75% dei posti in terapia. 1789 ventilatori sono ancora a disposizione del Commissario Arcuri che porteranno i posti 10841. Adesso non stiamo subendo un’insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva ma il crescendo è preoccupante nei restanti reparti, particolarmente nelle terapie subintensive e nell’area medica in particolare. Per questo la scorsa settimana è stato sottoscritto un accordo stralcio con medici di medicina generale e pediatri per somministrare test rapidi antigenici per poter curare i pazienti presso i propri domicili per alleggerire la situazione dei ricoveri”.

Sulle regioni

“Riteniamo necessario pertanto prendere una decisione che contempli nuovi provvedimenti sulla base del rischio concretamente rilevato nei territori. Sulla base di criteri scientifici predefiniti, elaborati dall’ISS, dal Ministero della Salute e da centri di ricerca, saranno necessari scenari diversi per Regioni. L’indice Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un’altra probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese”.

Su un nuovo lockdown

“In Italia è stato elaborato questo sistema di monitoraggio, che oggi ci pone in una condizione diversa da altri paesi. Possiamo cambiare strategia rispetto alla prima fase quando abbiamo dovuto proteggerci all’interno delle nostre case, sospendendo vita e interazioni. A marzo, in assenza di un piano operativo certificato sul piano scientifico, senza un sistema di monitoraggio sofisticato, abbiamo emanato provvedimenti generali e uniformi su tutto il territorio nazionale che hanno portato a un lockdown generalizzato. Ora no: non useremmo misure efficaci per le regioni a rischio e ne useremmo troppo severe in zone con minori criticità. Ci saranno tre aree corrispondenti a tre scenari di rischio, a cui sono corrispondenti misure più o meno restrittive. Le misure dipenderanno da valori certificati di rischio con ordinanza del Ministro della Salute. Sarà possibile uscire ed entrare nella fascia a seconda del rischio. Dove non ci sono rischi elevati, ci saranno solo specifiche misure che possano rafforzare il contenimento”.

Sulle nuove restrizioni

“Saranno interventi mirati a seconda dei rischi nei vari territori. Stop agli spostamenti verso le regioni in emergenza, limite nazionale di spostamento in orario serale, didattica a distanza, trasporti pubblici con capienza limitata al 50 per cento. Pensiamo alla chiusura dei centri commerciali nel weekend e lo stpp ai videogiochi ovunque siano collocati.”

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