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Il capogruppo PD in Campidoglio Pelonzi sul nuovo stadio: “Si farà insieme al club”

Il Capogruppo Pd in Campidoglio: “Con la revoca hanno vinto la Roma e Roma”

A rendere possibile il voto su Tor Di Valle è stato il capogruppo del Pd in Campidoglio, Giulio Pelonzi, che ha presentato una serie di emendamenti, utili a fugare i dubbi della maggioranza e scongiurare possibili cause risarcitorie. Si è arrivati così al voto di mercoledì scorso. Ecco le parole di Pelonzi rilasciate a Il Romanista:

Mentre scriveva e ragionava sugli emendamenti ha avuto modo di consultarsi con la Roma?
“Io parlo con tutti, nella più totale trasparenza. Poi come consiglieri ci sono dei momenti in cui è opportuno chiudersi e lavorare, senza lasciarsi condizionare dai diretti interessati. Ma certamente la Roma è stata spettatore privilegiato e molto attento”.

Qualcuno la ha ringraziata dopo il voto?
“Mi sono arrivati tanti messaggi da tanti amici della Roma e non solo”.

E dalla Roma?
“Della Roma diciamo che si è fatto sentire chi è preposto ai rapporti con le istituzioni. C’è stato il riconoscimento, in modo corretto, del lavoro svolto. Ora però è importante concentrarsi sul dopo”.

Ed arriviamo al dopo. Il suo candidato sindaco, Roberto Gualtieri, ha auspicato che il tema stadio non faccia parte della campagna elettorale, ma a giudicare anche dalle parole di Virginia Raggi subito dopo il voto di mercoledì, è evidente che così non sarà. Lei, voi come Pd, che posizione avete?
“Intanto vorrei dire che festeggiare il voto di una delibera che revoca un atto che tu come sindaca hai voluto e rivendicato per anni mi sembra quantomeno curioso. Poi. Gualtieri ha chiarissimo il fatto che Roma e la Roma debbano avere al più presto un nuovo stadio. Se diventerà sindaco lavorerà da subito perché questo si realizzi, evitando però gli errori del passato, delle amministrazioni precedenti. Io credo che occorra fare una riflessione importante sull’utilizzo della legge 147, la famosa legge sugli stadi, che forse oggi non è la strada migliore per avere lo stadio. Questa legge comporta delle primarietà di cubature private che rischiano sempre di creare problemi a livello urbanistico e quindi di rallentare l’iter invece che semplificarlo. Lo stadio si può fare con le procedure ordinarie”.

Questo è un aspetto nuovo e importante. Con la procedura ordinaria di che tempi si potrebbe parlare?
“Ormai con le varianti semplificate, gli accordi di programma, le conferenze decisorie, si può andare anche più veloci che con la 147. E poi c’è un aspetto fondamentale. Con la legge sugli stadi è il proponente che deve individuare l’area e presentare il progetto. Al Comune sta “solo” il compito di approvarlo o bocciarlo. Con la la procedura ordinaria, il lavoro, già di identificazione dell’area, può essere svolto dal pubblico e dal privato in sinergia. Insomma, stavolta lo stadio facciamolo insieme”.

Parliamo di una semplice ipotesi o di qualcosa su cui sta già lavorando?
“Parliamo di un’idea su cui studio e lavoro già da molto tempo”.

 

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