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Mourinho: “Sono un risultatista. Importante il rinnovo di Pellegrini” (VIDEO)

Le parole del tecnico giallorosso in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Empoli

Dopo la vittoria in Conference League, la Roma ospita l’Empoli per riscattare la sconfitta nel derby in campionato. Alla vigilia della gara ha parlato in conferenza Josè Mourinho, che ha presentato la sfida dell’Olimpico, commentando anche il rinnovo fino al 2026 di Lorenzo Pellegrini.

Dov’è il punto di equilibrio tra il nuovo calcio offensivo e la classifica?
“Il risultato è sempre più importante. Se giochi un calcio offensivo e perdi 5-4 allora è meglio pareggiare 0-0 e prendere un punto. E’ impossibile essere al top della classifica senza essere una squadra completa, equilibrata. Più che la classifica e i risultati, è la qualità del gioco che conta. Gli allenatori vogliono giocare bene. Tu puoi dire che giocare bene è vincere e sono d’accordo e io sono un risultatista, che pensa solo a quello. Ma si può cercare di fare entrambe le cose e la maggioranza delle proposte di gioco è che la gente vuole giocare bene”.

Darboe verrà confermato?
“Non bado a questi dettagli come la diffida di Cristante. Darboe ha avuto un percorso con noi in questi due mesi e mezzo che secondo me è buono per lui. Lo scorso anno quando giocò in prima squadra lo faceva senza responsabilità, Fonseca non aveva altre opzioni e lui è entrato nelle prime due-tre gare senza pressioni e ha fatto molto bene. Quando siamo arrivati in questa stagione anche in pre-campionato avevo sentito che è arrivato quel senso di responsabilità. Anche lui ha messo pressione su se stesso ed è andato a lavorare sempre tanto, ma senza la qualità di gioco che lui veramente ha. Piano piano si è liberato di questo, è cresciuto e ha imparato. Contro loZorya avevamo tante opzioni come Diawara, Villar, Bove ma abbiamo pensato che fosse il momento giusto per Darboe e la risposta è stata molto buona. Difensivamente è stato molto concentrato. Ha avuto grande criterio con la palla. Non possiamo dire di aver guadagnato un calciatore perché lo avevamo già, ma la mia fiducia cresce dopo queste partite”.

Che ne pensa delle mancate convocazioni con l’Italia di Zaniolo e Mancini?
“L’Italia ha un CT che ha tante scelte, è una sua decisione e lo rispetto se convoca un calciatore o dieci. Penso sempre che i giocatori preferiscono andare in Nazionale perché per tutti loro è un orgoglio e una motivazione. Se rimangono qui, sono protetti perché lavorano bene e non hanno partite da giocare o da stare in tribuna, anche questo è positivo. Le due cose hanno aspetti positivi e negativi”.

L’Empoli ha subito meno tiri in porta della Roma fin qui. Da cosa dipende questo?
“La cosa fondamentale nel calcio è difendere bene. Noi vogliamo un’evoluzione della squadra che giochi, che crei e che difenda bene. Ovviamente mi interessa come difendiamo perché abbiamo fatto due trasferte e segnato due gol ma abbiamo perso due partite. Io preferisco guardare la fotografia completa. Dobbiamo essere equilibrati come squadra e quando tu non vuoi prescindere dal tuo gioco offensivo magari è un pochino più difficile e serve più tempo. In due partite sei gol è troppo, ma lavoriamo su questo. Oggi è il secondo giorno di recupero dopo giovedì e abbiamo lavorato a bassa intensità perché è difficile, ma abbiamo lavorato e sappiamo come gioca l’Empoli e conosciamo le sue qualità. E’ la squadra con più cross in A dopo sei partite”.

Spalletti ha detto: “Le nazionali devastano i club”, secondo lei è così?
“Non voglio commentare le parole del mio amico Spalletti. Noi siamo che siamo di qua l’interesse del club è più importante. Per chi sta dall’altra parte conta l’interesse delle Nazionali. Ci sono cose che possono essere migliorati. Eliminare la passione per le nazionali non sarebbe la soluzione. Non capisco come in Sud America si giochi giovedì sera che per noi in Europa è venerdì mattina, pensavo fosse finita questa storia. Pensavo che l’ultimo giorno per giocare fosse il mercoledì. Un’altra cosa che penso si poteva cambiare: oggi tante Nazionali fanno una selezioni di 35-40 giocatori per 2-3 partite e dopo 15 sono in Nazionale e non giocano o non si allenano con grande intensità. A questo punto sarebbe preferibile che certi giocatori restino con i propri club. Al rientro tra noi e la Juve avremo Vina, Bentancur e Cuadrado che giocheranno venerdì in Brasile e si poteva evitare. Ci sono problemi che la gente non vuole vedere”.

Roma ed Empoli non hanno mai pareggiato, è un caso secondo lei?
“Penso sia una casualità, tante volte sono i dettagli a decidere. Un conto è chi entra in campo con l’obiettivo di pareggiare, noi abbiamo avuto le qualità per fare questo ma non siamo noi, vogliamo entrare per vincere così come l’Empoli. Con il Sassuolo, per esempio, la differenza è stata un gol al 90′ e non penso che sia una questione filosofica o di gioco”.

Quanto è importante restare sempre in partita?
“Questa è una normale, rientra nella mia opinione di parlare positivamente di una squadra che ha il potenziale per farlo. La squadra ha bisogno di segnare, ha bisogno di cambiare il risultato e noi abbiamo cercato di farlo ogni volta in cui dovevamo segnare, ci siamo presi dei rischi e non abbiamo avuto paura di prendere un altro gol per un risultato positivo. Questa è la dialettica del gioco, la bellezza del gioco. C’è un altro fattore che la gente non capisce, se tu ogni tanto giochi in maniera diversa non è per colpa tua, ma per merito dell’avversario che ti mette in difficoltà. Io in alcune circostanze non volevo giocare basso, sono stato costretto dall’avversario”.

I tifosi della Roma hanno capito che la squadra ha tempo per crescere?
“Posso ringraziare i tifosi per tutto l’appoggio che hanno dato alla squadra e a me. Questa è una dimostrazione chiara del romanismo, facile essere tifoso per una squadra che vince sempre, meno per una squadra che vince poco. Per me è un’espressione, una dimostrazione nell’atteggiamento della squadra. Abbiamo perso due partite, però abbiamo avuto atteggiamento, voglia, qualità e un impegno totale. Penso che un tifoso senta queste cose, magari sbaglio io però questa empatia è basata sulla squadra che abbiamo e sul gioco che facciamo. Abbiamo finito le due partite che abbiamo perso con 8 attaccanti a Verona e contro la Lazio, questo penso che la gente lo capisca. Per quanto riguarda il tempo, dico che il tifoso romanista deve capire che c’è un processo che stiamo facendo, serve permeabilità in base ad alcune vostre dichiarazioni. Stiamo vivendo un momento di maturità all’interno del club e nel modo di essere romanista e il tempo è ovviamente importante perché c’è tanta differenza di punti con le posizioni top e questa differenza non si riduce con poco”.

Il rinnovo di Pellegrini?
“Dal momento che ho sentito che la proprietà non voleva perdere un calciatore come lui, che significa molto perché è un ragazzino romano e romanista che è cresciuto qui, dal momento che ho sentito questo e che Lorenzo mi ha detto che sarebbe rimasto sicuro, ero tranquillo. Dopo è passato tutto nelle mani di Tiago Pinto e dell’agente di Lorenzo, è un processo che si sapeva come sarebbe andato a finire. Per me è la decisione giusta per entrambi, ho parlato con Lorenzo e penso che anche per lui sia la decisione giusta e per noi come squadra, è importante questo tipo di stabilità per noi. Io starò qui per tre anni, lui è qui per restare e per aumentare il nucleo italiano con Mancini e Cristante, c’è un nucleo di costruzione del gruppo anche. Siamo insieme, lavoriamo insieme e arriveremo dove vogliamo arrivare con tranquillità”.

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