A marzo servirà un’altra Nazionale per andare in Qatar a fine 2022
Ci vorrebbe un “amico” un centravanti, ma la verità è che dalla sera in cui Spinazzola ha urlato di dolore mentre squarciava per l’ennesima volta il Belgio—a Monaco nei quarti dell’Europeo— non abbiamo più vinto al 90’. O meglio, abbiamo vinto, ma ancora contro il Belgio (nella “finalina”di Nations League) e contro la minuscola Lituania. Non è un’equazione matematica, ma un indizio difficile da smentire: l’esterno della Roma era la chiave di Mancini, faceva giocare in dodici, attaccante e difensore al tempo stesso.
Se a marzo lo ritroviamo, sarà un’Italia molto diversa da quella un po’ depressa post-Europeo. Comincia oggi la missione Qatar: con l’operazione recupero. Meglio che gli spareggi siano a marzo. L’attesa logora, ma così speriamo di riavere, o aggiungere, giocatori decisivi.
Spinazzola è il vero big. L’altro, sempre da Roma, è Zaniolo: quello vero, devastante, sarebbe la svolta dell’attacco. In attesa di notizie sulla crescita di Raspadori e Scamacca, il mal di pancia azzurro è al centro dell’attacco. E la paura che si è impadronita dell’ambiente ha velocizzato improvvisamente pratiche seppellite da tempo e mai aperte: Luiz Felipe e Joao Pedro. Il regolamento lo consente. Abbiamo vinto un Mondiale con Camoranesi e un Europeo con Jorginho. Anche le altre nazionali schierano “acquisti” del genere. La perplessità può essere sull’esperienza del cagliaritano non abituato a scenari internazionali.
Il centrocampo era fino a ieri il reparto degli intoccabili; Jorginho–Verratti più Barella, con Locatelli quarto titolare e Pessina–Cristante primi a subentrare. Verratti dovrà dribblare altri infortuni e Jorginho deve ritrovarsi. Però Tonali sta crescendo da leader, Pellegrini gioca la sua miglior stagione, e la rosa si infoltisce con Cataldi, Pobega e magari Frattesi. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.