Dagli esordi giovanissima alla titolarità nella sua Roma: l’infortunio, il recupero e il rapporto con i tifosi. Il futuro nella capitale si chiama Giada Greggi
Nella stagione da sogno della Roma c’è una stella che brilla: è romana, si chiama Giada Greggi. Professione centrocampista. In campo la si nota subito. Il motivo? Semplicemente, è ovunque. La numero 20 giallorossa corre, lotta e insegue. E una volta recuperato il pallone alza la testa, fa ripartire la manovra, e attacca la trequarti offensiva. Sempre senza paura. Quando decidi di affrontare così il gioco del calcio non hai tempo né voglia di avere paura. Anche se il tuo avversario non si chiama Juventus, Milan o Lazio, ma tempo. Una lunga assenza forzata dal campo: il 3 ottobre 2020, nel finale di Roma-Verona, Giada si infortuna: lesione al crociato anteriore.
Anche in quest’occasione la grinta non l’abbandona. Rivedrà il campo a fine stagione, giusto in tempo per giocare (e vincere) la prima storica finale di Coppa Italia della Roma. È un qualcosa che lei, romana e romanista da una vita, di certo non potrà mai dimenticare. È il coronamento di un sogno iniziato nel 2018, quando esordisce in giallorosso, appena diciottenne, nella prima stagione della storia della squadra Femminile del club. Prima tanta gavetta: dai primi calci al pallone, a 7 anni, quando giocava tra i ragazzi, poi l’arrivo alla Res Roma e l’esordio in prima squadra a soli 14 anni.
Chiunque si sia mai trovato a vedere una partita delle giallorosse in casa, si sarà sicuramente accorto del rapporto di reciproco amore che c’è tra il Tre Fontane e Giada. Durante l’ultimo incontro casalingo (Roma-Inter 2-0) un gruppo di tifose particolarmente agguerrite e genuinamente rumorose, la chiamavano Giadina, come fosse una di famiglia. Al termine il match, le altre giocatrici vanno quasi tutte verso gli spogliatoi dopo aver raccolto la meritata ovazione dello stadio: lei no. Si ferma a firmare autografi (tanti) e a parlare con bambini e bambine (tantissimi): sembrano non voler lasciarla andare via. Un sorriso per tutti, c’è chi alla fine la ringrazia. “Grazie a voi che ci sostenete sempre” risponde lei, sinceramente emozionata.
Nel mezzo, una prestazione autorevole. È grazie al centrocampo che la straordinaria Roma di mister Spugna vince gran parte delle partite. Dal vivo è impressionante l’aggressività della classe 2000, che vince praticamente ogni contrasto. Manca solo il gol: poco male, ci pensano le sue due compagne di reparto, Giugliano e Andressa. La settimana dopo sarà decisiva nello sfatare il tabù Juve, con un pareggio a Torino che continua a far sognare i tifosi giallorossi. In campo dà equilibrio e detta le geometrie, con il solito grande senso della posizione che la contraddistingue. Anche qui il gol non è il suo, segna Paloma Lazaro, ma da Torino Greggi e compagne tornano con una convinzione in più. Non ci sono sogni proibiti o vette troppo alte da scalare.
Questa è la storia di Giada Greggi, fatta di determinazione, qualità, sostanza. Simbolo di una Roma Femminile che sta fiorendo nel segno della storia e della tradizione giallorossa. Forte, spavalda, tenace, romana. Questa è la storia di Giada Greggi: professione centrocampista.
