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Amarcord, 17 luglio 2017: le parole di Francesco Totti all’esordio della carriera da dirigente

L’ex numero 10 giallorosso, in un’intervista, parlò di quello che era il suo futuro e del cambio di mentalità dopo aver appeso gli scarpini al chiodo

Il 17 luglio del 2017 Francesco Totti, dopo pochi mesi dal suo ritiro, rilasciava una lunga intervista a Roma TV, parlando del suo futuro da dirigente all’interno della Roma:

È finita una parte della tua vita, adesso ne inizia un’altra?
“Sì, è finita la parte da calciatore. Adesso ne inizierà un’altra più importante da dirigente, sperando di fare quello che ho fatto da calciatore sul prato verde”.

È stato bello giocare?
“Il calcio per me è stato tutto, la mia passione, conoscere persone nuove, una cosa che tocca qualunque cosa importante nel mio corpo”.

Sembrava non volessi farlo finire mai quel 28 maggio?
“Penso che si fosse capito che non l’avrei mai terminata quella giornata. Per me era troppo importante, significativa, emozionante. Racchiudeva 25 anni di storia con la Roma. Il rettangolo di gioco mi ha dato tanto e ho cercato io di dare tanto alla gente che mi ha dato tanto amore”.

Adesso si fa sul serio?
“Io ho sempre fatto sul serio. È normale che sono due cose differenti: una era il mio lavoro principale, adesso è una cosa diversa ma, avendo tantissima esperienza calcistica avrò più possibilità di dare una grande mano”.

Da dove si riparte?
“Dall’inizio. S’inizia una nuova fase, una nuova avventura. Ho preso questo tempo per riflettere e col tempo entrerò in questa società passo dopo passo e capire il ruolo che più mi si addice. Mi metterò a disposizione a 360° a partire dal settore giovanile fino al presidente. Poi mi ci vorrà del tempo per consacrarmi in quello che preferisco realmente”.

Vuoi ringraziare qualcuno in particolare?
“Ci vorrebbe più di una settimana. Ringrazio un po’ tutti: amici, famiglia, tutti gli allenatori con cui mi sono confrontato, giocatori, presidenti che mi hanno reso unico in questa città. Ringrazio tantissimo e mi ricorderò sempre di loro”.

Come immagini il futuro?
“Roseo anche se non è facile pensarci adesso. Qualcuno mentre giocava già pensava al futuro e a quello che avrebbero potuto fare. Io fino al 28 maggio ho pensato al calcio, a divertirmi e a dare un contributo alla squadra. Adesso cambio pagina e penserò a questo nuovo lavoro che mi entusiasma e mi porterà cose nuove. Non ho il tempo di pensare a quello che potrò fare in futuro. Ho la possibilità di lavorare con la Roma, con Monchi, con il presidente Pallotta, Baldissoni, Di Francesco. Con tutti e ho la fortuna do conoscerli, chi più chi meno. Quando cambi tipo di lavoro entri sempre in punta di piedi per conoscere l’ambiente. Dalla mia parte ho la possibilità e la fortuna di conoscere Roma e la Roma. I dubbi sono capire cosa voglio fare da grande, cioè che ruolo preciso avere, che non voglio avere adesso. Voglio essere tutto o niente: essere importante per la Roma e capire cosa voglio fare”.

Ne hai già parlato con la società?
“Sì, ho parlato con Monchi ed è stata una bellissima chiacchierata: avremo tempo e modo per conoscerci meglio. Ho parlato con Pallotta di piccoli passaggi che non erano ben chiari per quello che era successo anni fa. Ci siamo chiariti e adesso siamo contenti del nostro incontro e cercheremo di portare più in alto possibile la squadra”.

Hai parlato con Di Francesco?
“Sì, ci ho parlato e abbiamo un grandissimo rapporto. Lo vedevo già da quando non era allenatore della Roma: grande persona e uomo, uno dei valori aggiunti della squadra”.

Quindi come ti chiameremo?
“Francesco, come sempre”.

Che ci sarà scritto sul tuo biglietto da visita?
“Francesco, AS Roma”.

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