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Lorenzo, Capitan operario per una notte si deve piegare alla magia di Victor

La marcatura su Lobotka è una scelta azzeccata da Mourinho

Una notte diversa, una notte da Capitan operario. Emblema di una Roma solida, unita, vogliosa dir rispondere colpo su colpo al Napoli sette bellezze. Magari non bella, rinunciataria ma comunque efficace per 80 minuti. Sino a quella giocata pazzesca di Osimhen che ha spostato l’inerzia di una gara che i giallorossi erano stati bravi a congelare. Era toccato a Pellegrini dare l’esempio, mettendo da parte il fioretto e prendere la spada per andare in marcatura su Lobotka. È la mossa studiata da Mourinho per intralciare l’ingranaggio perfetto che prima di ieri aveva regalato 10 vittorie consecutive a Spalletti tra campionato e coppe. Per Lorenzo è un ritorno al passato. Sì, come quando ai vecchi tempi del Sassuolo, Di Francesco gli chiedeva da mezzala di andare a disturbare il regista avversario. Anche stavolta non dice di no, sacrificandosi nel ruolo. Si capisce quindi il perché Mourinho, mai prodigo di complimenti, dopo poche settimane ne voleva addirittura tre in campo. Il giochino è semplice: quello che lo Special chiede, Lorenzo fa. E lo fa bene se il motorino slovacco per un’ora abbondante tocca pochi palloni e soprattutto in una zona non pericolosa, disinnescando l’ondata partenopea.

Pellegrini lotta, prende calci, non si sottrae a contrasti, annulla Lobotka chiudendogli le linee di passaggio. A tal punto che Spalletti ad un certo punto chiede a Zielinski di dare una mano al compagno per velocizzare l’azione, sino a quel momento bloccata sul nascere. È l’immagine di una Roma che decide di lottare in ogni parte del campo, rischiando sempre l’anticipo, come nel caso di Ibanez, e il contrasto duro. Per informazioni chiedere a Camara che per i primi 20 minuti sembra una pallina impazzita in un flipper pronto ad andare in tilt. Lozano, Osimhen, non fa differenza. Chi passa dalle sue parti, viene spazzato via dalla sua intraprendenza e freschezza con il trascorrere dei minuti inevitabilmente si attenuano. Ma nella Roma operaia, c’è posto anche per il sacrificio di Zaniolo. Nicolò prova ad accendersi ma quando capisce che non è serata per provare coast to coast contro il velocissimo ex Juan Jesus, inizia a ripiegare. Un suo rientro in scivolata su Kvara infiamma l’Olimpico che poco prima del fischio d’inizio, era stato capace di commuoversi nel ricordo della tragedia che ha colpito Francesco Valdiserri.

Lo scrive Il Messaggero

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