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I mal di pancia di Mourinho aspettando l’arrivo di un’idea Special

Lo Special One e la svolta attesta nella seconda parte di stagione

Nell’originale mondo dei pallonari, dicasi mal di pancia quando un dirigente, un allenatore, un calciatore comincia a manifestare insofferenza, malcontento, irritazione per una situazione in cui non si sente più a suo agio. La soluzione del disturbo si concretizza quasi sempre con strade che si separano.

Non crediamo di esasperare il concetto dicendo che Mourinho ha il mal di pancia. Ce l’ha dal fischio finale a Tirana, quando ancora doveva alzare nel cielo albanese la Conference League, ventiseiesimo (e mezzo come dice lui) trofeo della sua carriera, il primo con la Roma che da quattordici anni vedeva gli altri festeggiare, da sessantuno non sapeva come fosse poter dire ho vinto un trofeo europeo.

Ce l’ha e non ha mai fatto nulla per nasconderlo. Lo ha fatto capire in prima persona con dichiarazioni che chiamavano in ballo la proprietà a proposito di mercato e prospettive. Perché Mou chiede, vuole di più. Come è lecito che faccia un grande allenatore come è lo Special One. Fa parte del suo mestiere e nessuno al mondo sa farlo come il guru di Setubal, ancora più bravo, se possibile, fuori dal campo dove ha fatto della comunicazione un’arma di convinzione di massa.

Ma c’è anche dell’altro. Perché il mestiere di allenatore prevede anche altre virtù. Per esempio le idee. In particolare nei momenti di difficoltà in campo e fuori dove non è che non ci siano i soldi per garantire l’arrivo di altri Dybala, Wijnaldum, Matic e via discorrendo, i Friedkin ci metterebbero un attimo ad accontentarlo, solo che non lo possono fare perché il passato e i paletti del fair play finanziario non consentono effetti speciali, semmai estrema attenzione ai conti.

E questo lo Special One lo sa meglio di chiunque altro. Allora perché non provare ad avere un’idea Special? Un’idea con cui ridisegnare la Roma balbettante vista sin qui. Perché, ci permettiamo di suggerire, non provare a sistemarsi ad albero di Natale? Ovvero tornare alla difesa a quattro con due esterni più adatti a questo schieramento come Celik e Spinazzola, tre centrocampisti (Matic, Camara e quando sarà recuperato Wijnaldum), un trequartista (Pellegrini) e due centravanti che si alternano (Zaniolo e Dybala)?. Lo scrive “La Repubblica”.

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