I reati ipotizzati sono false comunicazioni sociali e dichiarazioni fraudolente mediante falsa fatturazione
Continua a essere al centro dell’attenzione il blitz effettuato dalla Guardia di Finanza all’interno delle sedi della Roma e della Lazio. Sotto la lente d’ingrandimento, ci sono alcune operazioni di mercato: nel caso giallorosso, si tratterebbe di mosse legate a sette giocatori in uscita e quattro in entrata.
I rischi nelle chat
“Celermente” e “nel minor tempo possibile” sono le parole chiave che affiorano nelle dichiarazioni ufficiali di Lazio e Roma. L’inchiesta aperta dalle procure di Roma (sul club giallorosso) e Tivoli (sul club biancoceleste e la Salernitana) hanno terremotato l’umore dell’universo capitolino. Le operazioni di mercato sospette sono 18 – 11 della Roma e 7 della Lazio – mentre i dirigenti iscritti nel registro degli indagati 16 (rispettivamente 9 e 7), fra cui i vertici passati e presenti delle due società: James Pallotta, Dan Friedkin e lo stesso Lotito.
I reati ipotizzati sono false comunicazioni sociali e dichiarazioni fraudolente mediante falsa fatturazione, mentre per la Lazio c’è anche il possibile reato di emissioni di fatture per operazioni inesistenti. Sembra che le ipotesi di iper-valutazione oscillino fra il 30 e il 50%. Le operazioni «a specchio» fatte dai giallorossi sono state fatte con Sassuolo, Atalanta, Juve e Verona.
La sensazione è che le due Procure non viaggino con lo stesso passo e che quella di Tivoli possa chiudere l’inchiesta con un po’ di anticipo, ma l’esperienza insegna che difficilmente si potrà arrivare a sentenza (o ad archiviazione) prima dell’inizio della prossima stagione. C’è una enorme mole di dati da analizzare, visto che sono stati sequestrati una decina fra tablet e pc societari, oltre a 15 cellulari dei sedici dirigenti indagati. Mancano ovviamente quelli di Lotito perché ci sarà bisogno di una autorizzazione ad hoc.
Alla procura di Roma sono giunti gli atti dei colleghi di Torino, fra cui – riguardo lo scambio fra Leonardo Spinazzola e Luca Pellegrini – il dialogo tra il responsabile dell’area tecnica della Juve, Cherubini, e l’ex direttore finanziario, Bertola. «Perché quando mi dicono Pellegrini…quanto guadagna Pellegrini. Due milioni e due, ma siete scemi? Noi l’operazione Spinazzola-Pellegrini diamo Spinazzola che ha 800mila di contratto, prendiamo Pellegrini a 2 milioni e 2 con un delta di 7 milioni a favore nostro, che ce lo siamo rimangiato di incentivi all’esodo di due anni».
È logico che le dichiarazioni siano di grande cautela. Se l’ex presidente Pallotta è lapidario: («Non abbiamo sbagliato nulla, non c’è stato mai nessun problema nelle nostre operazioni di mercato»), lo stupore dei Friedkin è palese. Basti pensare che sono indagati per la operazione Kumbulla, Cetin, Cancellieri e Diaby svolta appena una quarantina di giorni dopo l’acquisizione del club, avvenuta il 6 agosto 2020. Addirittura il ceo Berardi, indagato per aver poi firmato il bilancio, in quel periodo non era ancora stato assunto. Insomma, da Frattesi a Cristante, da Spinazzola a Pellegrini, molti dei giocatori finiti nel mirino pare abbiano avuto o abbiano un valore di mercato in linea se non superiore a quello fornito al momento del trasferimento. Se la le procure si sono mosse, è possibile però che abbiano in mano delle carte da scoprire. Saranno eventuali chat o intercettazioni a fare ancora una volta la differenza?. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.