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Siviglia-Roma, il cammino europeo delle due squadre fino a Budapest

Il 31 maggio si contenderanno l’Europa League, meta finale di un lungo percorso iniziato a settembre

Una partita per scrivere la storia. Una partita per coronare la stagione con un trofeo prestigioso. Siviglia-Roma, ultimo atto dell’Europa League 2022/23, è questo e molto altro: il viatico per la prossima Champions League, il riscatto per una stagione in campionato deludente. Tutto in una partita. Ma come sono arrivate le due squadre a questo appuntamento? Quali sono state le tappe per raggiungere la sfida di Budapest?

Per entrambe il percorso in Europa è stato ostico. Ogni turno ha presentato difficoltà e avversari blasonati, ma Roma e Siviglia hanno dimostrato di sapersi adattare alle varie problematiche, potendo contare su un punto di forza in comune: lo stadio di casa. Percorso netto rispettivamente all’Olimpico e al Sánchez Pizjuán, due stadi inespugnabili, due alleati fedeli per ogni passaggio del turno. Nella fase ad eliminazione diretta le due squadre hanno subito un solo gol tra le mura amiche: la Roma lo ha incassato dal Feyenoord ai quarti, il Siviglia da Vlahovic in semifinale. Ma procediamo con ordine, ripercorrendo passo dopo passo la strada verso Budapest.

Roma formato Europa: il tour de force di 14 partite da Ludogorets a Leverkusen

Il lungo cammino della Roma in Europa League, ben 14 partite senza contare la prossima finale, parte con la fase a gironi. Nel raggruppamento, insieme ai giallorossi, ci sono Ludogorets, Helsinki e l’altra squadra di Siviglia, il Real Betis. La competizione non inizia nel migliore dei modi: sconfitta 2-1 sul campo del Ludogorets e prestazione da dimenticare. I giallorossi vincono poi in scioltezza all’Olimpico con l’Helsinki: le firme sono di Belotti, Pellegrini e Dybala.

La sensazione, giunti a questo punto, è che le due sfide successive con il Betis possano essere decisive per la qualificazione e per il primo posto nel girone. All’Olimpico i biancoverdi spengono le speranze primo posto, vincendo 2-1 in rimonta; in casa del Betis finisce 1-1. Dopo la vittoria ad Helsinki per 2-1, la sfida in casa contro il Ludogorets diventa uno spartiacque per la stagione europea della Roma: bisogna vincere per conquistare il secondo posto nel girone.

Il primo tempo è un incubo: dopo una partenza propositiva, i giallorossi perdono pazienza e distanze in campo, consentendo ai bulgari di passare in vantaggio al 41′. Serve una reazione nel secondo tempo per invertire la rotta: la squadra di Mourinho entra in campo con un’altra ferocia e ribalta il risultato con i due rigori di Pellegrini e il sigillo finale di Zaniolo. Girone superato, ma come seconda forza: bisognerà giocare lo spareggio con una delle terze classificate nei gironi di Champions League.

I playoff mettono sulla strada della Roma il Salisburgo. Gli austriaci sono usciti dal girone con Milan e Chelsea, ma senza sfigurare. Nella gara d’andata alla Red Bull Arena la Roma disputa una buona partita, sfiora il vantaggio in un paio di circostanze, ma viene punita nel finale dal colpo di testa di Capaldo. Una settimana dopo i giallorossi sono chiamati alla rimonta nella bolgia dell’Olimpico. Questa volta, a differenza della sfida con il Ludogorets, si risolve tutto nel primo tempo: sugli scudi Spinazzola, autore di due assist, per i gol di Belotti e Dybala che realizza con uno splendido tiro al volo.

Agli ottavi l’avversario si chiama Real Sociedad. Gli spagnoli sono rivali di tutto rispetto: hanno vinto il girone posizionandosi sopra lo United e in Liga viaggiano in zona Champions. Molti temono anche la prima gara in casa: non si potrà contare sull’Olimpico al ritorno in caso di risultato da capovolgere. Ma anche se è andata lo stadio giallorosso mantiene fede alla sua tradizione europea, confermandosi fortino difficile da espugnare. Finisce 2-0, con le firme di El Shaarawy e Kumbulla. Nel ritorno basta una prestazione solida e attenta per difendere lo 0-0 ed accedere ai quarti.

Il sorteggio dei quarti di finale pone ancora di fronte Roma e Feyenoord. Le due squadre si ritrovano dopo la finale di Tirana dello scorso anno. I biancorossi sono una squadra molto diversa rispetto al 25 maggio del 2022 e sono avviati alla vittoria dell’Eredivisie. In Olanda la Roma offre un’altra buona prestazione, come a Salisburgo, riuscendo a creare occasioni e a rendersi insidiosa: Pellegrini sbaglia un calcio di rigore, Ibanez coglie una clamorosa traversa. E come a Salisburgo i giallorossi sono puniti in una delle rare situazioni pericolose create dal Feyenoord: 1-0, servirà un’altra rimonta all’Olimpico.

Nella gara di ritorno il match è difficile sin dalle prime battute. Il Feyenoord gioca bene e la Roma non sembra sciolta nelle gambe e ludica nelle idee. Serve un episodio per sbloccare gli uomini di Mourinho. L’episodio arriva al 54′, quando Spinazzola risolve una mischia in area nata da una rimessa laterale. L’inerzia ora è dalla parte della Roma. Ad un quarto d’ora dal termine, tuttavia, i giallorossi perdono Smalling per infortunio e pochi minuti dopo Paixao gela l’Olimpico firmando il pari che qualificherebbe i biancorossi.

La Roma non si arrende, fino all’ultimo prova a trovare il gol che significherebbe supplementari. E’ forse il momento chiave del cammino europeo dei giallorossi: potrebbero crollare, sfaldarsi, scomporsi, lasciando campo alla velocità del Feyenoord. Invece la squadra rimane con la testa e i sentimenti sul campo. E poi c’è il genio, il fuoriclasse, che si erge nei frangenti più complicati. Ecco il graffio di Dybala, puntuale nel momento del bisogno: servito da Pellegrini in area, l’argentino difende la sfera e la scaraventa sotto l’incrocio per il 2-1. Nei supplementari i gol di El Shaarawy e Pellegrini spediscono la Roma in semifinale. E’ ancora Roma sì e Feye no.

In semifinale c’è il Bayer Leverkusen. I tedeschi hanno eliminato l’Union St. Gilloise e dall’arrivo in panchina di Xabi Alonso hanno completamente cambiato marcia in Bundesliga. L’andata si gioca all’Olimpico. La storia non cambia: a Roma non si passa. Nonostante gli infortuni e la stanchezza la Roma vince 1-0, con una prova di organizzazione e sacrificio. E’ la serata di Edoardo Bove: è lui a decidere il match nel secondo tempo con un gol che fa crollare l’Olimpico ai suoi piedi.

In Germania è sofferenza: il Bayer ci prova per tutti e novanta i minuti, mentre la Roma si difende senza riuscire mai a pungere in contropiede, ma senza neanche rischiare particolarmente, se non in due occasioni: il palo di Diaby e la girata in area di Azmoun. Il muro giallorosso resiste: à finale, la seconda consecutiva.

Fuori dalla Champions, in finale di Europa League: il percorso del Siviglia tra Sampaoli e Mendilibar

Il cammino in Europa del Siviglia inizia in Champions, sotto la guida di Sampaoli, il 6 settembre in casa contro il Manchester City. Non c’è storia al Sánchez Pizjuán: 4-0 per i citizens e girone subito in salita per i biancorossi. Segue lo 0-0 sul campo del Copenaghen. Il crocevia del girone è, come da aspettative, il doppio confronto con il Borussia Dortmund. Hanno la meglio i tedeschi, che vincono 4-1 a Siviglia e pareggiano 1-1 in casa, assicurandosi il secondo posto nel raggruppamento. L’obiettivo per gli spagnoli diventa a questo punto la qualificazione in Europa League, da conquistare nel confronto diretto con il Copenaghen. La sfida viene vinta 3-0 grazie ai gol di Isco, Montiel ed En-Nesyri. La squadra di Sampaoli saluta la Champions perdendo 3-1 a Manchester, per poi iniziare la sua avventura in Europa League.

Lo spareggio per accedere agli ottavi è con il PSV Eindhoven: tutto sembra archiviato dopo il 3-0 casalingo, ma al ritorno gli olandesi sfiorano la rimonta, fermandosi però sul 2-0. Agli ottavi è sfida con il Fenerbache. Anche in questo caso gli andalusi costruiscono la qualificazione tra le mura amiche, per poi contenere i danni al ritorno: vittoria per 2-0 al Sánchez Pizjuán, sconfitta per 1-0 in Turchia. I sorteggi dei quarti sembrano porre il Siviglia di fronte ad un ostacolo insormontabile: il Manchester United. Gli inglesi, soprattutto dopo l’eliminazione dell’Arsenal, sono ritenuti i favoriti per la vittoria finale. Intanto i deludenti risultati in Liga portano all’esonero di Sampaoli, sostituito da Josè Louis Mendilibar.

Il confronto con lo United inizia ad Old Trafford: la doppietta di Sabitzer dopo una ventina di minuti sembra subito tagliare le gambe agli spagnoli ed indirizzare la qualificazione. La squadra di Mendilibar non si scompone ed con il trascorrere dei minuti prende confidenza con la partita, soprattutto nella ripresa. Negli ultimi minuti il gioco e l’insistenza degli spagnoli vengono premiata da un doppio autogol (Malacia e Maguire), che fissa il risultato sul definitivo 2-2. Se all’andata è un pizzico di fortuna ad aiutare il Siviglia, al ritorno ci pensano gli stessi giocatori dei Red Devils: gli errori grossolani di De Gea e Maguire regalano un 3-0 insperatamente facile agli uomini di Mendilibar. Si ripete la legge del Sánchez Pizjuán. E’ semifinale.

L’avversario successivo è la Juventus. Anche in questo caso gli spagnoli non sono considerati i favoriti alla viglia. Ma già nell’andata si intuisce che per la squadra di Allegri sarà dura portare a casa il pass per la finale. Allo Stadium finisce 1-1, con Gatti che riacciuffa il vantaggio di En-Nesyri proprio allo scadere. Girandola di emozioni al ritorno: la Juventus si porta in vantaggio con Vlahovic, Suso pareggia i conti e Lamela sigla il gol vittoria ai tempi supplementari. Ennesima vittoria casalinga e finale raggiunta.

Ma in finale Siviglia e Roma non potranno contare sullo stadio di casa. Ci si giocherà tutto a Budapest. Il 31 maggio si avvicina, l’attesa cresce: l’ultima partita, l’ultimo sforzo per finire nel migliore dei modi una stagione europea già comunque storica.

 

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