Nel caos di Marassi, la Roma vive una delle serate più nere della sua storia recente. Il Genoa, generoso e deciso, ha inflitto una sconfitta umiliante che sarà difficile da dimenticare per i tifosi giallorossi.
Le immagini della partita sono un caleidoscopio di frustrazione. Il volto abbattuto di Lukaku, l’inaspettato gol di Gudmundsson che ha aperto le danze e la rete di Messias che ha trasformato una semplice sconfitta in una goleada.
L’immagine più significativa della partita, tuttavia, è arrivata con quella triplice sostituzione a meno di 20 minuti dalla fine. Una mossa disperata che ha svelato una squadra svuotata, priva di idee e incredibilmente fragile. Mourinho, di solito un pilastro nel costruire squadre resilienti, è oggi al centro delle critiche più pesanti. La Roma, in questa partita, è apparsa fragile, disorganizzata e priva di quell’essenza e coesione che solitamente la contraddistinguono.
La Roma di oggi è l’opposto di ciò che ci si aspetta da una squadra allenata da Mourinho. Il carattere e la compattezza che solitamente sono il marchio di fabbrica del suo calcio sono scomparsi, sostituiti da una fragilità imprevista e disarmante.
Questa disfatta segna ufficialmente l’inizio di una crisi. Una crisi che dovrebbe far riflettere non solo gli appassionati di calcio, ma anche coloro che hanno attribuito le difficoltà della Roma alla mancanza di giocatori adeguati. Oggi, è evidente che il problema va oltre la semplice mancanza di talento. È una crisi di gioco, di coesione e, forse, anche di leadership.
L’ombra della delusione a Marassi sarà difficile da dissipare per la Roma. Le domande sono molte, ma una cosa è certa: Mourinho e i suoi giocatori dovranno lavorare sodo per uscire da questa crisi e riportare la Roma alla sua gloria passata. La strada sarà difficile, ma è una sfida che devono affrontare con determinazione e cuore. Solo così potranno ritrovare la via del successo e riconquistare la fiducia dei tifosi. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.