In pochi hanno avuto la fortuna di conoscerne la voce, perché in tema di riservatezza potrebbero scrivere manuali internazionali, ma certamente ieri si sono fatti vedere e soprattutto sentire a Trigoria. Dan e Ryan Friedkin si aspettavano un inizio di stagione decisamente migliore, come tutti i tifosi giallorossi, a partire da quelli che li hanno accolti e festeggiati a Ciampino a margine dello sbarco in città di Romelu Lukaku.
Il belga è proprio l’ago della bilancia che ha fatto pendere, nella testa della proprietà (e non solo), la stessa dalla parte del piatto su cui c’è scritto ‘Ambizione Champions’. Una vera e propria ossessione per Dan Friedkin, che da quando è arrivato nella capitale non è ancora riuscito ad ascoltare la magica musichetta prepartita della competizione europea più affascinante.
Nel frattempo ha comunque vissuto le emozioni di tre semifinali tra Europa League e Conference, due finali e sollevato al cielo un trofeo. Gran parte del merito in questo caso è addebitabile a Josè Mourinho che ora però è chiamato a risollevare la squadra dalla palude in cui è rimasta impantanata anche per cause imputabili al tecnico.
Nelle scorse ore la proprietà, descritta amareggiata e fortemente contrariata per l’inizio di stagione così rovinoso, ha lanciato un input chiaro a tutto il gruppo squadra, da Tiago Pinto in giù: la Roma deve conquistare la Champions League. L’obiettivo minimo di questa stagione, per il campionato, è centrare almeno il quarto posto.
Gli investimenti sul club stanno lievitando di giorno in giorno, i texani sfonderanno presto il tetto del miliardo di euro in 4 anni come denaro speso sul club. Una cifra complessiva destinata a crescere sensibilmente considerato quanto i Friedkin vorrebbero investire anche sul progetto stadio di tasca loro. Il monte ingaggi del club quest’anno è cresciuto, sono stati rinnovati tutti i contratti ritenuti fondamentali dal comparto tecnico. Insomma ora ci si aspetta non solo una semplice reazione, ma una svolta definitiva in termini di risultati e competitività.
