Nel cuore di una stanza buia, frammenti di video scorrono veloci, tagliando l’aria con tensione palpabile. La squadra di calcio notoriamente imprevedibile, soprannominata l’Armata Brancaleone, ossia la Roma, ha subito una sconfitta devastante contro il Genoa meno di 24 ore fa, e ora il derby casalingo contro il Frosinone, una squadra agguerrita, si avvicina minacciosamente. La necessità di un cambiamento è evidente. Sullo schermo, si susseguono immagini di posizionamenti difensivi errati, calci di punizione mal eseguiti e situazioni di gioco affrontate senza determinazione. In generale, l’approccio alla partita sembra inadeguato per una squadra che sta lottando per raggiungere i propri obiettivi, nonostante le limitate risorse finanziarie e ambizioni.
In questo contesto, in parte malinconico e in parte ansioso, José Mourinho prende la parola. Rivolto alla squadra, dichiara: “Vi farò delle domande sulla partita che abbiamo giocato, ma le risposte le darò io. Se pensate che stia dicendo delle cose sbagliate, alzate la mano e ditemi il vostro punto di vista.”
Da quel momento, come se fosse stato ispirato da un evento divino simile a quello di Mosè sul Monte Sinai, Mourinho presenta ai giocatori un decalogo di errori commessi durante la partita, sottolineando che questi errori non devono ripetersi. È evidente che nessun giocatore osa sollevare obiezioni. Mourinho sembra anticipare i loro pensieri e afferma: “Io so già quello che voi pensate.” Un’empatia straordinaria, ma anche un modo per ribadire che la sua leadership non è casuale: lui è uno Special One.
Questo atteggiamento consente a Mourinho di gestire con fermezza, quando necessario, una squadra di calciatori di alto livello, nonostante il contratto in scadenza in meno di nove mesi. Al contrario di molti suoi colleghi, non cerca scuse legate alla sua imminente partenza, ma continua a puntare in alto. In una recente intervista, Mourinho afferma: “Con la Roma ho vinto una coppa e mezzo”, alludendo alla sfortunata finale dell’Europa League contro il Siviglia. “In giallorosso non sono stato capace di vincere due coppe, ma una ne ho vinta (la Conference League nel 2022) e ho ancora alcuni mesi qui per vincerne un’altra.”
Ecco perché possiamo aspettarci che questo “interrogatorio unilaterale” si ripeta, se nuove sfide dovesse emergere. Una cosa è certa: Mourinho ha la Roma nella sua presa, sia dal punto di vista della squadra che dei tifosi. Per chiunque debba succedergli, vincendo o meno una seconda Coppa, affrontare il suo spettro non sarà un compito semplice. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.