I tifosi della Roma stanno ora scoprendo la dimensione umana di Bryan Cristante. Anche lui, il centrocampista instancabile che sembra non conoscere riposo, ha mostrato segni di affaticamento dopo diciotto partite consecutive tra campionato e coppa, di cui praticamente tutte, tranne una, da titolare.
Il calo fisico, inevitabile dopo uno sforzo così prolungato, ha colpito anche il giocatore che di solito non si ferma mai. Una flessione normale tra coloro che danno tutto in campo, e ancor di più nel caso di Cristante, che non solo è sempre presente per far rendere al massimo la squadra, ma lo fa anche adattandosi a diverse posizioni. A Ginevra, ad esempio, l’assenza di Mancini lo ha costretto a retrocedere in difesa e a guidare il reparto da centrale dei tre. La stessa situazione si ripeterà contro lo Sheriff, considerando la squalifica di N’Dicka.
Il Corriere dello Sport sottolinea che è inutile alimentare polemiche o mettere Cristante sotto processo per un momento di fatica. Mourinho stesso ha chiarito che non ha voluto punire il giocatore al termine della partita. Durante le interviste e nelle riunioni con la squadra, Mourinho ha affermato: “La squadra perde di stabilità con Cristante in difesa, è naturale. Ma c’è solo un Cristante, anzi, se ce ne fossero tre o quattro, giocherebbero tutti. Ma ce n’è solo uno ed è un grande esempio per gli altri, gioca con una concentrazione altissima senza alcuna superficialità”.