Roma città aperta

Tutti i motivi per cui il trasferimento di Bonucci in giallorosso sarebbe un evento positivo

Negli ultimi giorni, nonostante le vacanze natalizie, l’ambiente giallorosso è in fermento a causa delle voci che circolano sul possibile arrivo di Leonardo Bonucci alla Roma. Un trasferimento che ha scatenato opinioni contrastanti tra i tifosi, comprensibilmente restii ad accogliere un giocatore con un passato così saldamente legato alla Juventus, storica rivale dei capitolini. La piazza non vede di buon occhio questo possibile colpo di mercato invernale, principalmente a causa delle mancanze di rispetto che, in passato, Bonucci ha mostrato nei confronti dei giallorossi. Sui social, alcuni lo etichettano come ‘vecchio‘, 36 anni compiuti a maggio, definendolo con toni critici ‘bollito‘. La sua storia, troppo marcatamente bianconera, sembra rendere impensabile, almeno secondo molti, un finale di carriera all’ombra del Colosseo.

Il passato del centrale porterebbe pesantezza nella Capitale, con vicende impossibili da dimenticare, a partire proprio dall’episodio indelebile del famoso Juventus-Roma del 2015. Quel match dei tre rigori, del violino polemico di Garcia indirizzato al direttore di gara, in cui Bonucci si rese protagonista della serata con il gol vittoria del definitivo 3-2. In una dinamica che vedeva una palla uscire lentamente da un calcio d’angolo battuto nei minuti finali, il difensore tentò la conclusione con un difficile destro al volo da fuori area. Complice anche la presenza, probabilmente in fuorigioco, di un giocatore bianconero che oscurava la visuale del portiere della Roma dell’epoca, Lukasz Skorupski, la palla si infilò in rete alla sua destra, nell’angolino basso, scatendando la gioia dei tifosi di casa. A coronare il tutto, un’indelebile esultanza provocatoria, rivolta esplicitamente agli avversari, nel quale Bonucci li intimava a “sciacquarsi la bocca”, mimando il gesto con la mano durante la corsa liberatoria. “Totti, sai perché perdi le partite più importanti e hai vinto poco nella tua carriera? Perché sei focalizzato sull’ingiustizia. Svegliati!”, scrisse sui propri profili social Alberto Ferrarini, motivatore di Bonucci, nonché figura inseparabile del successo del difensore.

Eppure, mettendo un attimo da parte le critiche e il passato turbolento, attualmente la Roma è chiamata a risolvere una situazione difensiva difficile. Data l’imminente partenza di Evan N’Dicka per la Coppa d’Africa, l’assenza prolungata di Smalling, out dalla terza giornata di campionato, e l’incertezza legata al recupero di Kumbulla, Mourinho a breve si troverà con solamente due difensori a disposizione: Mancini e Diego Llorente. Questa totale carenza di opzioni nella retroguardia, dunque, se unita alla necessità di affrontare competizioni sia nazionali che europee nei prossimi mesi, spinge la dirigenza romanista a dover operare urgentemente sul mercato.
“E perchè, tra tutti i difensori disponibili, proprio Bonucci?”, vi chiederete.

Perché seppur la breve esperienza all’Union Berlino, per il classe 1987, sia stata un totale fallimento, con il club tedesco disposto a liberarlo con sei mesi d’anticipo, l’eventuale trasferimento di Bonucci alla Roma rappresenterebbe una risposta strategica alla necessità di rinforzare la difesa, affrontando così il rischio di una mancanza di giocatori in uno dei reparti più importanti del campo. Senza girarci troppo intorno, Bonucci è un calciatore che ha vinto tanto (9 Scudetti, 5 Supercoppe Italiane, 4 Coppe Italia e 1 Europeo con la Nazionale), e potrebbe trasmettere la sua mentalità, grintosa e determinata, proprio come piace a Mourinho, al resto dei compagni. La sua esperienza, inoltre, sarebbe preziosa per una squadra che sta cercando di crescere e competere ad alti livelli e la prospettiva di integrare la presenza di un centrale di tale calibro nella squadra, anche solo per sei mesi, potrebbe fornire la stabilità necessaria per affrontare le sfide imminenti. Lo scenario di un suo arrivo in squadra assume inoltre un valore ancor maggiore considerando il forte desiderio di partecipare all’Europeo in estate, l’ultimo della sua carriera, per un obiettivo che intende raggiungere a ogni costo. Bonucci è un difensore che non ha paura di lottare, di dare tutto in campo: è un giocatore che non molla mai, e che può dare una svolta importante alla stagione giallorossa, finora tendenzialmente positiva, ma fortemente altalentante in alcune sue fasi.

Insomma, ricordiamoci infine che Roma, fin dalle sue origini, ha sempre mantenuto un carattere aperto e cosmopolita. Questa incredibile città, simile per certi aspetti a New York, in quanto crocevia di civiltà, è stata da sempre un melting pot di etnie e culture, consentendo la ricostruzione di 12.000 anni di migrazioni. Dunque, perché in un contesto come quello del 2023, esclusivamente per questioni di “antipatie“, si dovrebbe chiudere la porta in faccia a un giocatore che, con molta probabilità, porterebbe grandi benefici alla squadra? Certo, Bonucci dovrà dimostrare di essere cambiato, almeno parzialmente, di aver lasciato alle spalle le polemiche del passato e di esser pronto a vestire la maglia giallorossa, con la stessa dedizione con cui ha indossato quella bianconera.
Poi è chiaro, se così non dovesse andare, tanti saluti a lui e alla sua convocazione all’Europeo 2024.

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