La mossa di Dan Friedkin contro José Mourinho appare evidente, seppur forse giunta con un certo ritardo. L’amore iniziale si è trasformato in un declino graduale, goccia dopo goccia.
I Friedkin hanno mal gradito negli anni la gestione di Mourinho, criticando gli attacchi al club e, in particolare, a Pinto per presunte mancanze sul mercato e per averlo lasciato solo nelle sue controversie religiose.
La strategia comunicativa di Mourinho, che cercava di coinvolgere pubblicamente la proprietà parlando della sua volontà di restare alla Roma, non è stata ben accolta dai Friedkin. Ora Dan intraprende il percorso della ricostruzione da solo, ponendo la prima pietra con l’ingaggio di De Rossi, individuato come l’uomo giusto per la piazza. Questa scelta rappresenta un segnale di ascolto verso i tifosi, una risposta tangibile alle loro esigenze, già evidenziata anche con il mancato approdo di Bonucci, nonostante un’intera trattativa ormai conclusa con Leo.
La rifondazione tecnica e societaria è in corso, con l’imminente arrivo del nuovo direttore sportivo, chiamato a prendere decisioni cruciali, incluso il futuro di De Rossi nei prossimi mesi e la possibilità di affiancarlo a un altro tecnico, magari una figura di spicco come Conte. Le scelte saranno guidate dai risultati, come avvenuto con Mourinho. Non è escluso che altre teste potrebbero saltare, con voci di un possibile addio della CEO Lina Souloukou che, però, da Trigoria viene categoricamente smentito. Lo scrive il Messaggero.