Il rapper romano e romanista Gemitaiz (nome d’arte di Davide Lucia) ha rilasciato un’intervista a Cronache di Spogliatoio. Il cantante ha parlato di come è nata la sua sconfinata fede giallorossa: “Quando ero piccolo, pensavo solo a quello: pallone e Roma. Ho sempre giocato fin da bambino, così come sono sempre stato un grande tifoso. Ricordo i giorni passati al campetto, dove dicevo: ‘Voglio diventare come Totti’“.
“Adesso le cose sono cambiate, i ragazzini vogliono fare i rapper – ha aggiunto Gemitaiz -. Prima tornavi a casa, finivi di fare le tue cose il prima possibile e poi uscivi a giocare a calcio. Crescendo mi sono reso conto che nonostante io mi allenassi, fossi molto veloce, c’erano tanti altri ragazzi molto più portati di me“.
“Io sono sempre stato un grande tifoso, ma verso il 2018-2019, mi ero estraniato perché mi incazzavo troppo. Stavo davvero male, mi dicevo: ‘Sì, ma io non posso stare così nervoso per una squadra di calcio’. Così ero arrivato ad un punto in cui non avevo davvero idea di chi giocasse o allenasse la Roma. Mi guardavo giusto qualche partita con gli amici, ma ormai non mi faceva più né caldo né freddo: si era creato un certo distacco, anche perché ero sempre in giro fra concerti, tour, date con la mia musica, quindi era più facile essere spensierati” – ha continuato il cantante.
“Come sempre, però, i grandi amori ritornano: «Durante la pandemia, però, ci sono ricaduto con tutte le scarpe: non potevo fare niente, ero bloccato e quindi la domenica è tornata ad essere un appuntamento fisso. Eravamo io e la Roma, ancora una volta. Adesso sono completamente succube, come prima e come giusto che sia. Ho ricominciato a vederle tutte e a seguirla sempre già un annetto prima dell’arrivo di Mourinho. È tornata la passione, allo stesso livello di quand’ero solo un ragazzino” – ha concluso.