Roma, mercato bloccato e ‘giochi di ruolo’

Il mercato della Roma è bloccato per motivi finanziari, per via di diversi esuberi ancora a Trigoria e per il caso Dybala che sta ulteriormente rallentando le operazioni

Dybala

Il mercato si sa è una materia liquida, in costante movimento. Le oscillazioni, come in Borsa, sono all’ordine del giorno, forse dell’ora. Le idee e le opportunità possono sorgere quando meno te lo aspetti. Alcune estati fa Gianluca Petrachi, giunto al fotofinish di mercato con diverse difficoltà nel concludere alcune operazioni, chiuse nel giro di 48 ore tre affari: Smalling, Mkhitaryan e Kalinic, i primi due dall’esito decisamente positivo.

Di esempi dunque se ne trovano a bizzeffe, così come di soluzioni – se si hanno capacità e contatti internazionali soprattutto – ma è indubbio che gli ingranaggi del mercato romanista dopo l’arrivo di Dovbyk si siano inceppati. Per capire cosa sta accadendo, è necessario fare un passo indietro temporale.

ghisolfi roma

Esuberi e Paulo

Tra fine luglio ed inizio agosto, dopo aver autorizzato due maxi investimenti nel giro di una settimana – Soulè e appunto l’ex Girona – la dirigenza romanista ha cominciato a fare di conto: una rosa extralarge, seppur con diversi esuberi e punti interrogativi (ma sempre stipendiati e sotto contratto), alcune situazioni aperte in entrata, le richieste tecniche di De Rossi e la necessità di piazzare alcuni calciatori che nelle speranze della Roma avrebbero (dovrebbero) dovuto liberare ulteriore spazio salariale per completare la campagna acquisti.

Da Smalling – ricordate la visita del suo agente nel ritiro inglese? – ad Abraham, passando per Bove, Zalewski, lo stesso Celik. Ma la Roma in realtà ha tenuto le orecchie aperte e i telefoni accessi per la stragrande maggioranza della rosa. Parallelamente, sono trascorsi i primi giorni d’agosto e De Rossi – unico frontman della realtà giallorossa – mentre prima assicurava pubblicamente che sarebbero ‘arrivati altri calciatori forti’ è poi sceso a più caute dichiarazioni: “Siamo tanti, con 31 giocatori è difficile lavorare, se esce qualcuno sarà sostituito, altrimenti rimarremo così”. Domenica addirittura, un po’ per la fatica post gara un po’ per il caso Dybala che indiscutibilmente sta pesando anche sulla comunicazione del tecnico (lasciato solo colpevolmente come avveniva per Mourinho nel triennio precedente), DDR si è dimenticato che in rosa non ha più Kumbulla e dispone solo di tre centrali, sostenendo che la rosa numericamente è a posto così.

Smalling

Blocco e speranze

Nel frattempo come detto è subentrato anche il caso Dybala che ha letteralmente squarciato l’ambiente. Tra l’argentino e la Roma è in atto uno strano gioco a nascondino, più rivolto – sembra – a rinviare nel campo opposto le responsabilità di un eventuale addio, che effettivamente propenso a definire in un senso o nell’altro il destino della Joya. I dirigenti e Paulo non si parlano da mesi, almeno ciò filtra dall’entourage dell’ex bianconero, ma a giugno Dybala in un colloquio con De Rossi era stato chiaro, aprendo alla possibilità di un addio in caso di offerta allettante da parte di un top club europeo.

Un’ipotesi che però non si è materializzata. Il corteggiamento saudita nei confronti del 21 giallorosso è iniziato a gennaio scorso, è proseguito a giugno senza risultanze positive e – stranamente – dopo la scadenza della clausola dei fantomatici emissari arabi hanno ribussato alla porta del suo ‘nuovo’ agente (Carlos Novel), portando sul tavolo di Dybala un’offerta maggiorata del 25% rispetto alle precedenti. Cifre da capogiro che stanno portando il calciatore da dieci giorni a riflettere attentamente sul da farsi.

Mal lancette del mercato scorrono inesorabili e dopo la panchina di Cagliari è in arrivo un’altra gara, la prima casalinga in un Olimpico ancora sold out, che spera di vedere Dybala titolare per sgomberare le nubi sul suo futuro. Intanto l’affair tra la Roma e l’argentino appare sempre di più una storia torbida, che può diventare potenzialmente pericolosa sia in termini mediatici che sportivi.

La rifondazione avviata a giugno si è così palesemente bloccata e la Roma dà l’idea di essersi incartata come è avvenuto in casa Juve, a Napoli e a Milano, sponda rossonera per settimane. Con la differenza che per motivi diversi le tre società citate hanno bilanci più in ordine e il paracadute della Champions – nel caso di Juve e Milan – mentre la Roma, seppur con più libertà d’azione, dovrà rendere conto all’UEFA per un altro biennio.

Da qui la necessità che si prenda una decisione celermente su Dybala, che oggi appare l’unico calciatore in uscita in grado di permettere alla Roma di completare o almeno in parte soddisfare le richieste tecniche di De Rossi (‘la società sa cosa penso e quali sono le caratteristiche che servono’, ha ripetuto sabato come avviso ai naviganti, soprattutto agli stolti che lo definiscono uno ‘yes man‘ per andarci morbidi).

L’allenatore a giugno era stato chiaro in società: un centravanti, due ali, un centrocampista fisico, un difensore centrale potenzialmente titolare e un terzino destro. Di queste pedine al momento, ne sono arrivate solo due e si fatica a comprendere come si riuscirà ad arrivare a dama in appena dieci giorni. Ad maiora!

 

 

 

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