Friedkin e Roma: il 2024 tra caos, addii e rimedi dell’ultimo minuto

Tra esoneri e scelte discutibili, si chiude un anno paradossale per la squadra giallorossa.

Roma

Il 2024 è stato un anno paradossale per la storia recente e non della Roma. Un anno condizionato dalle scelte dei proprietari texani, Dan e Ryan Friedkin. Un anno iniziato nel peggiore dei modi, con l’esonero del condottiero amato da quasi tutta la piazza, José Mourinho, e terminato con le feste natalizie in famiglia, con Claudio Ranieri.

Tutto è cominciato quell’indimenticabile 14 gennaio. “L’AS Roma annuncia che José Mourinho e i suoi collaboratori tecnici lasceranno il Club con effetto immediato” – citava il comunicato del club ad annuncio dell’allontanamento dell’uomo di Setubal dalla panchina giallorossa.

Lo stesso giorno, qualche ora dopo, l’annuncio del ritorno di uno dei figli di Roma, questa volta da allenatore: Daniele De Rossi. Una scelta, quella presa dai Friedkin, per calmare un popolo in rivolta. Una rivolta placata nelle settimane successivi grazie ai buoni risultati portati a casa. Gli unici buoni, da prendere e considerare, di un’annata negativa in termini di prestazioni.

De Rossi

Mercato discutibile e l’ennesimo esonero insensato

Prestazioni, quelle della squadra allenata da DDR, che gli sono valse un rinnovo triennale e una sorta di potere sul mercato estivo. Quest’ultimo però, proprio come l’anno che termina, è stato paradossale. Tra acquisiti insensati, valanghe di soldi spese, partenze programmate e mai avvenute, tutto sintomo di una mancata programmazione e di un direttore sportivo scelto alla fine, quel che stava per avvenire era quasi inevitabile.

Quarta giornata di campionato: dopo giorni frenetici per la permanenza di Dybala – voluta dall’argentino stesso – e due punti nelle prime tre, il gol di De Winter nel finale di Marassi decreta – di fatto – l’ennesima scelta insensata di Dan e Ryan (forse più di Lina Souloukou…).

“L’AS Roma comunica di aver sollevato Daniele De Rossi dall’incarico di allenatore responsabile della Prima Squadra” – le parole scritte in un comunicato che rimbombano in un martedì mattina di settembre, il 18 per essere precisi. Il popolo giallorosso torna a manifestare il proprio dissenso – più sui social che a Trigoria, poi all’Olimpico. L’ennesima scelta senza senso, soprattutto considerando il contratto che gli era stato rinnovato quattro mesi prima.

Juric

Il breve “periodo Juric” e il Natale in famiglia

Ancor più senza senso, quasi sicuramente, la scelta del sostituto: Ivan Juric. Il tecnico croato, che al massimo ha raggiunto un decimo posto con il Torino, appare subito spaesato e lontano da avere quella personalità avuta sulla panchina granata. Scelte tecnico-tattiche discutibili, gli uomini sbagliati su cui puntare ed una comunicazione sempre fuori luogo, oltre ad una situazione di classifica pessima, gli costeranno, infatti, la panchina dopo meno di tre mesi.

“Ho detto che sarei tornato solo per la Roma o per il Cagliari, ma ero convinto di andarmene per i fatti miei e di guardare il calcio da un altra parte. Evidentemente il fato ha voluto che tornassi a casa: ho iniziato qui da calciatore e finirò qui da dirigente” – le parole dell’uomo scelto, l’ennesima volta, per risollevare le sorti di una squadra senza più un anima: Claudio Ranieri (che a fine stagione sarà dirigente “senior” del club.

Come la cura per un malato, “Sor Claudio” ha saputo sin da subito toccare il cuore, e forse anche i piedi, di una squadra troppo fragile. Il tecnico testaccino ha rimesso al centro del progetto quei calciatori scomparsi nell’ultimo periodo (Paredes ed Hummels su tutti). Ma soprattutto ha fatto tornare a giocare una squadra che sembrava non saper più cosa fare con un pallone.

Certo, non sempre i risultati sono arrivati e non sempre i giallorossi hanno giocato come avrebbero dovuto (ad esempio a Como). Ma quel che è certo è che, con il ritorno di Claudio, la Roma e i propri tifosi abbiano potuto passare un Natale quantomeno sereno, con l’augurio che nel 2025 non vivranno quanto vissuto in questo paradossale anno.

Ranieri

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