La Roma continua a far parlare di sé, e non solo per le vicende di campo. Tra scelte di mercato discutibili, un vuoto dirigenziale evidente e una comunicazione sempre più affidata all’allenatore, il club giallorosso appare in un momento di forte confusione.
Uno degli episodi più emblematici è la cessione a gennaio di quattro giocatori acquistati appena sei mesi fa, un record negativo che certifica il fallimento della campagna acquisti estiva. A questo si aggiunge un’altra anomalia. Il recente ripescaggio come titolare di un attaccante che fino a poche settimane fa sembrava destinato al Venezia, squadra che la Roma affronterà domani.
Dirigenza assente e mercato contraddittorio
Uno dei problemi più evidenti è la mancanza di una guida ai vertici del club. A Trigoria si attende da tempo la nomina di un amministratore delegato, più volte annunciata ma mai concretizzata. Questo vuoto gestionale si riflette anche sulle operazioni di mercato. Florent Ghisolfi ha definito le operazioni di gennaio un “antipasto del futuro”, ma due dei tre giovani acquisti non sono stati nemmeno inseriti nella Lista UEFA, rendendoli inutilizzabili in Europa.
Ranieri unico punto di riferimento
In un quadro già complesso, emerge un altro dato anomalo. Claudio Ranieri è diventato il principale portavoce del club. Di norma, la comunicazione sulle scelte strategiche e finanziarie spetterebbe alla dirigenza, ma da mesi (se non anni) tocca all’allenatore spiegare pubblicamente le difficoltà economiche, le strategie di mercato e i vincoli imposti dalla UEFA.
La situazione della Roma appare dunque tutt’altro che chiara, con una gestione che alterna scelte improvvisate e una mancanza di visione a lungo termine. Il futuro del club dipenderà dalla capacità di risolvere questi problemi strutturali, prima ancora che dalle prestazioni sul campo.
Lo scrive Il Corriere della Sera.