“Se dovessi scegliere tra il Capitano o il Principe? Ah, Giannini, che giocatore. Ma Totti è il migliore della sua generazione”
Milanista, Monti. Come Enrico Letta e Silvio Berlusconi. Romanista invece il premier dimissionario Giuseppe Conte, che affiderebbe in buone mani – nella capitale direbbero è in una botte de’ fero, in cassaforte – la “corona” giallorossa al suo candidato successore a Palazzo Chigi, Mario Draghi, lupacchiotto della prima ora (come in passato Giulio Andreotti e Massimo D’Alema).
Già, dagli anni della formazione gesuita all’Istituto Massimiliano Massimo – quelli degli eroi capitolini Giacomo Losi e “Piedone” Manfredini – alle magie di Falcao e Giuseppe Giannini, fino al “regno” di Francesco Totti, il preferito di Draghi, per sua stessa ammissione.
Un retroscena svelato dal quotidiano spagnolo El Pais che nel dicembre del 2016 riportò il “making of” della chiacchierata informale capitata in una pausa dell’intervista al giornale iberico su temi finanziari, in cui l’accademico romano si divertì a scambiare due battute sulla sua fede calcistica (e non solo) con il giornalista Xavier Vidal-Folch, catalano di Barcellona. “Messi? Che fuoriclasse. Se dovessi scegliere tra il Capitano o il Principe? Ah, Giannini, che giocatore. Ma Totti è il migliore della sua generazione. Un talento unico. Un filosofo del calcio! Forse il più grande nella storia della Roma”. Parola di Super Mario Draghi. Si legge su Sky Sport.