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Un guru sugli infortuni dagli States: Carwyn Sharp supervisore medico

Ecco chi guiderà lo staff medico giallorosso dopo i problemi delle ultime stagioni

La rivoluzione portata avanti dai Friedkin in questo loro primo anno alla guida della Roma ha coinvolto anche il settore medico. Tanti infortuni muscolari nel corso dell’ultima stagione, ma soprattutto tante ricadute per quei giocatori che sembravano essere rientrati e che poi sono stati costretti a un nuovo lungo stop.

Gli oltre quaranta problemi di questo genere hanno spinto Dan e Ryan a rivedere in parte anche l’area medica, decidendo così di non rinnovare il contratto al responsabile del settore, il dottor Andrea Causarano, andando ad individuare (con l’aiuto della Retexo dei Gould) un nuovo profilo di livello che possa aiutare a bloccare l’emorragia di infortuni.

La scelta è ricaduta su uno statunitense, un nome sconosciuto nel mondo del calcio ma di fama mondiale nelle altre discipline. Si tratta di Carwyn Sharp, fisiologo dello sport, nutrizionista, analista delle prestazioni e allenatore. Sarà il supervisore di tutta l’area sportiva medica della Roma (ad oggi è già operativo ma come consulente), ma per la legge italiana il responsabile sanitario del club dovrà essere uno specialista in medicina dello sport. La carica ufficiale andrà al dottor Manara, coadiuvato dal dottor Costa.

Gli studi universitari di Carwyn Sharp sono cominciati nel 1999 nell’università del Queensland con la laurea in Scienze applicate. In seguito ha frequentato la Ball State University nell’Indiana conseguendo un master in Scienze, chinesiologia e Scienza dell’esercizio. Tappa infine nell’Università del Texas per diventare specialista della nutrizione clinica. Anche per questo motivo, nutrizionisti e fisioterapisti risponderanno direttamente a lui.

Sharp ha poi lavorato per il laboratorio Wyle al Johnson Space Center della Nasa come Project Scientist per le contromisure dell’esercizio fisico, ossia lo sviluppo di strategie per gestire il profondo adattamento multisistemico del corpo umano alla microgravità prolungata per i piloti che viaggiano nello spazio. Lo scrive Il Corriere dello Sport.

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