Oggi sono passati 33 anni dalla morte di Antonio De Falchi, giovane tifoso giallorosso che il 4 giugno 1989 venne ucciso a pochi passi dallo stadio Giuseppe Meazza
Sono trascorsi 33 anni dalla morte di Antonio De Falchi, giovane tifoso giallorosso che il 4 giugno 1989 venne ucciso a pochi passi dallo stadio Giuseppe Meazza, a Milano, cinque ore prima del fischio di inizio di quel Milan-Roma, finito 4-1 per i rossoneri.
Antonio era appena sceso dal tram insieme ai suoi amici e si era avvicinato verso il cancello numero 16, quello che portava al settore ospiti dello stadio. A pochi metri dal cancello gli si avvicina un ragazzo, di circa diciott’anni, che gli chiede di fumare e il giovane giallorosso cerca di rispondere nascondendo l’accento romano. L’altro ci riprova: «Sai che ora è?» e Antonio: «Mancano cinque minuti a mezzogiorno». Questa volta la parlata romanesca gli sfugge e quel ragazzo, con fare da “nemico”, si gira e fa un gesto. Da un cantiere del terzo anello spuntano almeno trenta persone: sono tutti giovani, alcuni giovanissimi, e si lanciano verso Antonio e i suoi tre amici.
Non c’è traccia del servizio d’ordine, così i primi attimi delI’aggressione, quelli decisivi, si svolgono senza che nessuno possa intervenire. I quattro romanisti cercano di fuggire ma vengono raggiunti. Tre resta in piedi, Antonio cade e gli sono subito addosso in dieci. Lo prendevano a pugni e calci, sono soprattutto due di loro a picchiare di più. A quel punto interviene la Polizia che cerca di bloccare gli aggressori e di soccorre De Falchi, facendolo alzare.
Antonio all’improvviso perde colore e crolla a terra: un agente cerca di fargli la respirazione bocca a bocca e un massaggio cardiaco, ma niente da fare. Antonio De Falchi è entrato in coma. In pochi minuti arriva un’ambulanza, l’ospedale San Carlo è vicinissimo: ma quello che i medici del pronto soccorso si vedono consegnare è un corpo ormai privo di vita.
Il ragazzo è morto, anche se il suo corpo presenta ferite né lividi.