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Nel ricordo di Emiliano Di Nardo

Dotto’, te richiamo tra 5 min che sto un attimo impicciato ma non ci dovrebbero essere problemi”.

Con te non ci sono mai stati, il sorriso fisso stampato sul volto e la voglia di fare un miliardo di cose, sempre con l’entusiasmo di un bambino.
E ancora mi chiedo come diamine facessi a star dietro a tutto quello che la mente ti diceva di fare.
Mentre ti ringrazio, con il cuore a pezzi, per tutto quello che hai condiviso con me, ti chiedo umilmente di perdonare la mia vigliaccheria.
Siamo venuti a trovarti troppo presto in ospedale, subito dopo il fatto, e vedere quel gigante buono, in quelle condizioni, mi aveva distrutto.
Ho pensato di aspettare, attendendo la tua chiamata che mi tranquillizzasse, ho atteso insomma miglioramenti per tornare…ma non ho fatto in tempo.

Quante volte t’abbiamo pensato (la sera del 10 aprile era stata disegnata per te), quante volte abbiamo sussurrato il tuo nome, tutti convinti che stessi prendendo fiato prima di tornare come prima, più forte di prima.
Valeria ne era convinta. E invece…
Non so cosa tu abbia percepito di questa “vita sospesa” amico mio, noi abbiamo cercato di portare un pizzico di te in ogni cosa, tentando di non abituarci mai alla tua assenza, rimanendo anche noi in sospeso.
E ora, metabolizzando a fatica quanto accaduto, sfoglio l’album dei ricordi: gli hotel, le macchinate per le trasferte, il primo ritiro in stanza insieme, gli stadi, le stazioni, quanti ristoranti e il tuo giorno più bello con Chiara…tutto in un fiume di risate. Perché questo eri.
Una risata continua, l’idea di non prendere mai nulla sul serio, quasi di non godersi nulla sul momento perché troppo desideroso di gustarsi la tappa successiva, la sfida seguente.

Questa notte piovosa, che ti ha portato via da noi, non la dimenticheremo mai, ce la porteremo per sempre dietro.
Io ti porterò con me nel vedere gli stadi che non hai visto e le partite che avresti sognato di vedere.
E ti immaginerò lì con 3 telefoni, due portatili, un iPad ma pur sempre con una mano libera per scrivere.
Ci servirà tempo per abituarci, stasera è durissima.
Perdonaci se ora ci vedi piangere, da domani ci impegneremo nuovamente nel tornare a ridere di tutto.
A presto.

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