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Roma-Porto, Deco: “L’infortunio di Marega rende tutto più complicato. De Rossi? E’ da sempre un simbolo della Roma”

L’ex centrocampista: “Quello di Marega è un forfait importante perché da due anni è una pedina fondamentale della squadra di Conceição”

Si avvicina il ritorno della Roma in Champions League: in vista della sfida di stasera contro il Porto allo stadio Olimpico, l’ex centrocampista portoghese Deco, che proprio con il club lusitano ha vinto una Champions League, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Tele Radio Stereo:

Vincere la Champions League col Porto è stata la più grande soddisfazione della sua carriera?
“Il Porto non era certamente favorito per vincere ma avevamo una grande squadra. Comunque è stata una grande soddisfazione poiché non eravamo i favoriti anche se venivamo dalla vittoria della Coppa Uefa con in panchina un grande allenatore come José Mourinho”.

Qual è la squadra con la rosa migliore di questa Champions League secondo lei?
“Juventus, Barcellona e Liverpool. Sono queste le tre squadre con le rose migliori secondo me. Diciamo che chi ha in squadra giocatori come Messi e Cristiano Ronaldo parte sempre un po’ più avvantaggiato”. 

Quanto perde il Porto date le assenze di Marega e Aboubakar?
“Credo che per il Porto sia tutto un po’ più complicato. Quello di Marega è un forfait importante perché da due anni è una pedina fondamentale della squadra di Conceição. Aboubakar invece è assente da tanto tempo e la squadra si è adattata bene pur avendo perso un grande attaccante”. 

Qual è la sua opinione su Daniele De Rossi?
“E’ un grandissimo giocatore, con una grande storia ed ha una carriera che parla per lui. E’ un riferimento ed un perno importantissimo della Roma ed è da sempre un suo simbolo”.

Qual è il giocatore che più le somiglia nel calcio di oggi?
“Ogni calciatore ha fatto la sua storia ed il suo periodo. Il calcio si è evoluto ed è difficile fare paragoni. Io però mi rivedo un po’ nei centrocampisti in generale perché ho giocato in quella parte del campo. Sicuramente Pjanic e Modric sono giocatori che possono ricordare il mio modo di giocare”.

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