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Losi: “De Rossi? Mi dispiace da morire, rappresentava la Roma in un modo particolare”

“Poteva stare nella Roma ancora per qualche anno”

La bandiera giallorossa GiacomoLosi ha parlato del non rinnovo contrattuale di Daniele De Rossi con la Roma ai microfoni di soccermagazine.it.

Oggi è arrivata la notizia dell’addio di De Rossi alla Roma. Quali sono le Sue sensazioni in merito?
«Mi dispiace da morire perché De Rossi è uno che rappresentava la Roma in una maniera particolare. Peccato per la squadra. Uno dei giocatori secondo me anche più amati dai tifosi in questo momento. Mi dispiace perché De Rossi poteva stare nella Roma ancora per qualche anno e se lo meritava».

De Rossi ha raccontato che la decisione non è sua, ma è stata la società a impedirgli di continuare a giocare. La storia di Daniele Le ricorda un po’ la Sua?
«Eh, assomiglia un po’ alla mia perché poi purtroppo queste società non tengono conto dei campioni che meritano o del fatto che siano loro a decidere quando smettere di giocare. De Rossi poi era ancora in condizione per poter giocare, come lo ero io ai tempi miei. Però la società ha deciso in un certo modo. Secondo me deve lasciare libero il campo al pensiero di voler smettere o continuare ancora se ci si sente ancora di poter dare qualcosa».

Per come è stato recepito a livello mediatico, l’addio di De Rossi Le sembra anche peggiore di quello di Totti?
«Penso di sì, perché De Rossi meritava di essere considerato come Totti e come tanti altri giocatori che hanno vestito questa maglia. La società purtroppo è poco sensibile a queste cose qua e questo mi dispiace».

Secondo Lei Florenzi potrà essere davvero longevo come Totti e De Rossi o il tempo delle bandiere nel 2019 è finito?
«Io me lo auguro perché Florenzi è un altro che rappresenta la Roma in un certo modo, per attaccamento alla squadra, per come gioca: è un ragazzo che si impegna sempre. Io penso che debba essere trattato come di dovere, come deve essere trattato un giocatore di questo calibro».

Ricordiamo che De Rossi ha contribuito anche alla Sua biografia 5 anni fa. Qual è oggi il Suo rapporto con Daniele?
«Daniele è un “mio” ragazzo, diciamo così. L’ho sempre apprezzato perché assomigliava anche un po’ a me, perché la sua generosità in campo è sempre stata perfetta. Si è creato il massimo delle sue capacità mentre giocava».

La Roma si prepara a una nuova fase della sua esistenza. Secondo Lei Juventus e Napoli rimarranno irraggiungibili nei prossimi anni?
«Ho paura che non ci sia guerra lì. La Juventus è organizzata in una maniera diversa, ha un’altra mentalità, è una società strutturata in un’altra maniera. Qui a Roma purtroppo siamo un po’ troppo “ballerini”, diciamo così».

Per concludere: Lei che è stato un grandissimo simbolo della Roma, cosa si sente di dire ai tifosi dopo che hanno perso ben due capitani in soli due anni?
«Io dico sempre che la Roma o si ama o non si discute. E non si discute mai perché il tifoso romanista l’ha sempre dimostrato, poi. L’attaccamento dei tifosi della Roma ha manifestato sempre un cuore aperto. Io penso che poche squadre in Italia abbiano i tifosi che ha la Roma».

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