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La Repubblica, “La rivolta di De Rossi e tre senatori contro Totti”

La squadra avrebbe patito la figura dell’ex numero 10

L’inchiesta svela i dissidi interni alla Roma di James Pallotta e racconta di una ribellione che potrebbe aiutare a spiegare meglio l’addio di Daniele De Rossi alla società. I cronisti di Repubblica fanno riferimento ad una mail che Ed Lippie, ex preparatore atletico della Roma avrebbe scritto per informare il presidente su quanto stava accadendo all’interno dello spogliatoio.

E quello che stava accadendo aveva davvero dell’incredibile. I malumori risalgono già all’inizio della stagione: ad agosto 2018, una volta venuto a conoscenza dell’acquisto di Nzonzi, De Rossi avrebbe chiesto la rescissione contrattuale: “Se non risolviamo questa cosa, vi faccio arrivare decimi”.
Il preparatore atletico racconta poi diversi malumori all’interno dello spogliatoio: infatti, ci sarebbero stati una serie di calciatori – tra cui Edin Dzeko, Kostas Manolas, Kolarov e proprio il capitano Daniele De Rossi – che avrebbero chiesto la testa di tre persone in particolare. Ovvero l’allora allenatore Eusebio Di Francesco, artefice di un gioco dissennato e dispendioso, il direttore sportivo Monchi e il dirigente, ex capitano e simbolo di Roma, Francesco Totti.

Ed Lippie parla di un Eusebio Di Francesco stizzito per il mercato della società, che avrebbe acquistato soltanto calciatori poco funzionali alla sua idea di 4-3-3, di un Monchi troppo convinto dei propri mezzi: i senatori discutono a proposito della sua doppiezza nelle relazioni umane e del suo narcisismo. Infine, c’è Totti. Sembrerebbe strano, ma De Rossi e compagni non tollererebbero il nuovo ruolo dell’ex capitano all’interno della società, soprattutto a causa delle tensioni che andrebbe ad alimentare nello spogliatoio.

Secondo Ed Lippie, la congiura è alimentata anche dal medico sociale (poi allontanato a metà stagione) Riccardo Del Vescovo e dal fisioterapista (anche lui ha subito la stessa sorte) Damiano Stefanini. Per tutta la stagione, la Roma vive in questo modo, sul filo del rasoio. Non sorprende, dunque, che la tensione arriverà a esplodere al giro di boa, nel mese di dicembre. Il 7-1 contro la Fiorentina è solo uno dei tanti punti oscuri di una stagione che sembra essere fallimentare. Eppure, è solo dopo l’eliminazione dalla Champions League che cambia tutto, con l’allontanamento di Di Francesco e di Monchi.

Vanno via anche Del Vescovo e Stefanini, difesi da tutto lo spogliatoio che indica in Francesco Totti il mandante di questa operazione. Da questo punto in poi, tra l’ex capitano e Daniele De Rossi si può registrare un continuo peggioramento dei rapporti. Si arriva così all’ultimo giorno di De Rossi alla Roma, sotto la pioggia del 26 maggio. Al centro del campo, Francesco Totti lo abbraccia impassibile. Le telecamere che immortalano la scena colgono un particolare: uno dei due dice «Non volevo».

È la giustificazione di Totti rispetto a quanto detto prima? O è il pentimento di Daniele De Rossi che, a questo punto, va via da Roma per questa serie di ragioni, perché il clima era diventato irrespirabile, perché la società aveva capito. È davvero da collegare a tutto questo il sacrificio del Capitan Futuro?

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