Le parole del giovane cantante, cuore giallorosso cresciuto con il mito di Totti
Leo Gassman, cantante e figlio del famoso attore romano Alessandro, in questi giorni sta partecipando al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte con la sua “Assimbonaga”. Il figlio d’arte ha parlato di calcio ai microfoni di calciomercato.com, in particolare della Roma. Di seguito le sue dichiarazioni.
LEO GASSMAN A CALCIOMERCATO.COM
Eri più teso prima di salire sul palco dell’Ariston o prima di un derby?
“Sono sicuramente due contesti diversi, ma diciamo che le emozioni che si provano sono molto simili”.
Come sei diventato tifoso della Roma?
“Sono cresciuto con il mito di Totti che mi ha accompagnato per tutta la mia infanzia e adolescenza. Ho il cuore giallorosso grazie a mio padre, perché mio nonno non seguiva molto il calcio. Ma la cosa bella di questo sport penso sia il fatto che ci sono persone per le quali il calcio è tutto nella vita. Tutte le speranze sono in un pallone che rotola, e la cosa fantastica è vedere persone sconosciute uniti da un’unica fede”.
Prima volta allo stadio?
“Ero talmente piccolo che neanche me la ricordo. Andavo con mio padre e uno zio acquisito, anche lui tifosissimo. Però mi ricordo benissimo l’ultima volta: in Champions, contro il Barcellona. E’ stata una grande serata. Mi piacerebbe andare più spesso allo stadio, ma purtroppo con tanti impegni non è mai facile. Per un paio d’anni ho avuto anche l’abbonamento allo stadio in Tribuna Tevere”.
A quale giocatore della Roma paragoneresti la tua canzone?
“Nelle parole ci rivedo Dzeko, perché nonostante la sua stazza è un tipo calmo e tranquillo. Un gigante buono”.
Sei un collezionista di maglie?
“Ho le più importanti: quelle di Totti, De Rossi e Florenzi. Tutte e tre autografate con dedica. Daniele me la mandò quando ero a X Factor”.
Sei molto amico di Anastasio, che però tifa Napoli. Come la mettiamo?
“Già gliel’ho ripetuto più volte, quest’anno finiscono dietro. Non c’è storia, il campionato lo perdono di nuovo”.
Hai mai pensato di fare il calciatore?
“Da piccolo era il mio sogno. Mi piaceva giocare per una squadra, ero un ala destra ma all’occorrenza potevo fare anche il terzino”.
Meglio vincere Sanremo o lo scudetto della Roma?
“E’ chiaro, preferisco lo scudetto”.