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Alessio Riccardi, gioie e dolori del “Piccolo Principe” giallorosso

Da Inter-Roma Memorial Halima Haider in U14 ad oggi: ecco tutto quello che c’è da sapere sul “Piccolo Principe”

Gli inizi 

Già dalla categoria U13 il suo talento fu subito chiaro a tutti. Centrocampista con medie realizzative da centravanti di razza.
In U14 poi arrivò la sua affermazione come grande talento a livello nazionale: nei principali tornei, le sue qualità brillarono portando la Roma a raggiungere importanti traguardi come la vittoria del “Memorial Halima Haider“, in finale contro l’Inter.
In quella finalissima ci fu un episodio che non si può dimenticare. Minuto 22, calcio di rigore per la Roma. Sul pallone Riccardi. Parato. Il giocatore chiaramente si disperò, temendo di aver compromesso un’importante finale. Molti talenti sarebbero crollati davanti a quell’errore.
Invece al 39′ prese palla e dai 30 metri con il mancino scaricò una botta all’incrocio da grande campione, cancellando il precedente errore con un gesto che solo i predestinati possono compiere (da ricordare anche che il sinistro non è il suo piede forte).
In quella partita probabilmente molti si resero conto che quel 10 della Roma non era solo forte. Aveva qualcosa in più.
Già a quei tempi tantissimi club lo contattarono per non fargli firmare il vincolo con la Roma, si parlò soprattutto della Fiorentina. Invece Alessio sposò il progetto di Bruno Conti e decise di continuare il suo percorso in giallorosso.

La crescita

In U15 Riccardi si confermò leader e protagonista del gruppo. Anche qui un episodio che identifica le sue capacità può esserci. In Roma-Pescara U15 al minuto 57 il giovane 10 giallorosso prese palla, saltò 5 avversari in slalom e depositò la palla in rete. Questo tipo di gol sicuramente rappresenta un po’ il suo marchio di fabbrica. Liberarsi di tanti avversari in dribbling e poi essere freddi davanti al portiere.
Ovviamente anche la Nazionale si accorse di lui e lo convocò subito rendendolo una vera colonna della selezione classe 2001.
La categoria U16 per lui non ci fu perché le sue capacità lo portarono ad essere aggregato sotto età in U17 con i 2000.
Con questo nuovo gruppo continuò a ritagliarsi tanto spazio. Certificando il suo talento al torneo “Alkass” di Doha. Pur essendo il più piccolo si mise in mostra come giocatore superiore. Infatti da centrocampista fu lui il capocannoniere della Roma al torneo. Quindi anche a Doha si resero conto di quel 10 soprannominato “Piccolo Principe”.
Pure in questa fase della sua giovane carriera i club interessati furono molti; si parlò soprattutto di un forte interesse del Chelsea.

Il salto in Primavera e la Nazionale

Ovviamente a coronamento del suo percorso arrivò anche il passaggio in Primavera da sotto età. L’inizio non fu semplice perché il divario fisico era molto evidente. Però come sempre un episodio cambiò il suo percorso. Juventus-Roma a Vinovo.
Minuto 62, Riccardi prese palla a centrocampo e saltò in solitaria 4/5 avversari, realizzando un gol di rara bellezza contro avversari decisamente più grandi di età.
Da quel momento Riccardi iniziò ad affermarsi anche nel Campionato Primavera.
Pure in Nazionale continuò a mettersi in mostra. Il picco lo raggiunse agli Europei U17. Finale Italia-Olanda. Minuto 63. Un giovane ragazzo biondino prese palla e dai 20 metri trovò un tiro perfetto a giro all’incrocio. Chi era? ovviamente sempre il giovane 10 giallorosso.
Purtroppo quella finale venne persa ai rigori, ma Alessio con la fascia di capitano si mise in mostra come uno dei migliori talenti del panorama europeo.
Nella stagione 2018-2019 toccò il punto più alto e quello più basso.
Il punto più alto fu sicuramente l’esordio con la prima squadra in Roma-Entella di Coppa Italia del 14 gennaio 2019.
Senza dimenticarsi anche una convocazione di Roberto Mancini per uno stage, in cui vennero chiamati alcuni tra i migliori talenti italiani.
Il punto più basso fu un piccolo calo di rendimento che riguardò la seconda parte di quella stagione.

Ma chi è Riccardi oggi?

Il calcio giovanile è molto diverso da quello degli adulti. Giocare bene in un ruolo in U17 non vuol dire poter fare il professionista ad alti livelli in quel ruolo. Nell’evoluzione fisica e tecnica di Riccardi si è capito con il tempo che lui non è un interno di centrocampo perché la fase di recupero palla non rientra nelle sue qualità principali e costringerlo a fare un lavoro “non suo” lo penalizza nel trovare poi le soluzioni offensive vincenti. Ormai si è compreso che Riccardi è un’ala. Un giocatore di grande estro che con il suo scatto bruciante è capace di saltare diversi avversari per poi scaricare il suo potente e preciso tiro o servire preziosi cross per i compagni.
Oggi si può dire che più che un 10 puro lui nel calcio dei grandi si avvicina maggiormente ad un 7 con classe e tecnica.
Il suo rendimento nel nuovo ruolo è tornato ad essere altissimo e tutti sono convinti che con queste prestazioni anche l’esordio in campionato non tarderà ad arrivare.
In Nazionale ovviamente continua ad essere un grande protagonista dato che è capitano anche della selezione U19.
Ora il “Piccolo Principe” è pronto per diventare grande. E chissà magari un giorno diventerà anche Re.                                                                                                                                                   (a cura di Filiberto “Roma Youth”)

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