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Prove di rilancio, il Napoli attende la Roma al Maradona: analisi tattica dei partenopei

Con i capitolini che tenteranno il salto definitivo per avvicinarsi sempre di più alla qualificazione in Champions, gli azzurri sperano nello sgambetto per riaprire i giochi

A seguito dei diciannove minuti recuperati a Udine, lo sguardo dei giallorossi è ora rivolto alla prossima avversaria di campionato: il Napoli, da affrontare prima della delicatissima sfida d’andata nella semifinale di Europa League contro il Leverkusen. Gli uomini di De Rossi prenderanno il treno per il capoluogo campano in vista della gara del 28 aprile allo Stadio Diego Armando Maradona, con la speranza di tornare con il bottino pieno.

Fermi all’ottavo posto in classifica con appena 49 punti e solo una vittoria nelle ultime cinque uscite, i partenopei proveranno a rialzare la testa dopo un’annata psicologicamente devastante, che li ha visti perdere fin da subito la possibilità di dire la propria in chiave lotta scudetto, crollare nella zona di metà classifica e cambiare ben tre allenatori (Rudi Garcia, Walter Mazzarri e Francesco Calzona) a causa dei risultati negativi. Andando ora a fare un’analisi approfondita, proviamo a scoprire i potenziali punti deboli della squadra azzurra, studiando attentamente lo stile di gioco apportato dal tecnico e le pedine da tenere d’occhio sul rettangolo verde.

Tattiche di gioco: la novità del contro-pressing

Guidato con determinazione da Francesco Calzona (55 anni, commissario tecnico anche della Nazionale slovacca), il Napoli si presenta ai giallorossi in una situazione più che complessa, all’ottavo posto in classifica e appena cinque punti guadagnati nelle ultime cinque. Tralasciando in ogni caso le ultime due uscite a vuoto con Frosinone ed Empoli (rispettivamente 2-2 e 1-0) la squadra, potenzialmente, mostra un chiaro intento di dominare il gioco attraverso un possesso palla incisivo e dinamico. Elemento cruciale di tale particolare strategia è l’utilizzo del play basso, impersonato in questo caso da Lobotka, noto per la sua straordinaria capacità di gestione del pallone e dei tempi di gioco. Il portiere, prima pedina del classico 4-3-3 sfoggiato dal tecnico, svolge un ruolo attivo nella fase di costruzione, grazie soprattutto al supporto dei difensori centrali e dai terzini che si inseriscono in fase di attacco, fornendo alternative di passaggio e supporto agli esterni.

Quando ha la possibilità di gestire con maggiore serenità, inoltre, la squadra predilige una costruzione dal basso, utilizzando proprio il portiere come punto focale di un rombo in uscita, ma non esita a cercare soluzioni dirette quando necessario, soprattutto quando si chiudono gli spazi per il gioco a terra. In difesa, il Napoli si distingue per un atteggiamento aggressivo e orientato al pressing sull’uomo, con una marcatura stretta e un lavoro costante sulla diagonale e sulla copertura degli spazi. Passando poi alla fase di transizione difensiva, la squadra alterna strategie a seconda della zona del campo coinvolta, mostrando una sorta di “contro-pressing” quando la palla viene persa nell’area avversaria e un rapido ripiegamento difensivo quando il possesso viene perso nella propria metà campo.

Lo stile apportato da Calzona: fluidità e capacità di adattamento

Lo stile di gioco del Napoli, quando è in condizione di attuarlo sul campo, si distingue per la sua fluidità e versatilità tattica. La squadra è capace di adattarsi alle esigenze del momento, passando da una costruzione paziente e progressiva a una dinamica più diretta e verticale, a seconda delle circostanze. La presenza di diversi elementi polivalenti consente ai partenopei di variare il proprio approccio in base alle caratteristiche dell’avversario e alle condizioni di gioco. Nel centrocampo, Lobotka (100% delle partite giocate da titolare, 96% dei minuti giocati, 1 assist) spicca su tutti come regista mobile, in grado di muoversi con intelligenza e personalità, fornendo assistenza alla fase difensiva e contribuendo alla costruzione delle azioni offensive.

Zieliński (classe 1994, centrocampista centrale, contratto in scadenza a giugno, 28 presenze, 3 gol, 2 assist), con il suo gioco intelligente e la capacità di creare superiorità numerica in zona centrale, si configura come in un ruolo fondamentale nel controllo del gioco a centrocampo. Politano (ala destra offensiva, forma il tridente d’attacco con la punta + Kvaratskhelia a sinistra, classe 1993, 32 presenze, 8 gol e 6 assist), con la sua velocità, tecnica e capacità di finalizzazione, rappresenta una costante minaccia per le difese avversarie. E infine Osimhen (21 presenze, 13 gol e 3 assist, con una percentuale di partecipazione alle reti della squadra pari al 32%), che nonostante una stagione meno prolifica rispetto alla scorsa, rimane un pericolo costante per le rivali, grazie alla sua abilità nel trovare spazi e segnare gol decisivi.

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