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Uefa, Uva: “La decisione della ripresa dei campionati spetta ai rispettivi governi”

“Una premessa fondamentale, che vale per tutte le risposte che seguiranno: ogni decisione che verrà presa avrà come principio base e inderogabile la salute pubblica

Il vicepresidente Uefa Michele Uva ha parlato a La Gazzetta dello Sport dei piani per far ripartire il calcio dopo l’emergenza Coronavirus, con la premessa che ogni decisione presa sarà in favore della salute pubblica. Queste alcune delle sue parole:

Ci spiega qual è la linea guida dell’Uefa?

“C’è un tavolo permanente per aiutare federazioni, leghe e club a riprendere e terminare i campionati inserendo nel mezzo i turni delle coppe europee”.

E la ventilata ipotesi di giocare prima i campionati e poi disputare le coppe in estate?
“Al momento non è la nostra prima opzione”.

Ma i campionati dovrebbero riprendere tutti nello stesso periodo?
“Non necessariamente, perché alcuni tornei, come la Serie A, hanno più partite da giocare di altri. E comunque la scelta di quando riprendere allenamenti o campionati non spetta all’Uefa, ma è demandata ai governi nazionali in base alle disposizioni sulla salute pubblica e poi a federazioni e leghe. Nelle linee guida dell’Uefa non c’è quando o se riprendere un campionato”.

Come si possono inserire le coppe nei turni infrasettimanali se un campionato è ripartito e un altro no?
“Il tavolo permanente con Eca ed European Leagues monitora ed elabora i dati che vengono da tutti i Paesi. Quelli con squadre partecipanti alla Champions sono 5, all’Europa League 9”.

Se un campionato non dovesse ripartire, cosa accadrebbe alla squadra impegnata in coppa?
“Dipende: se il campionato non si gioca per decreto governativo è un conto. Se invece c’è la possibilità di allenarsi e giocare ma il campionato è stato sospeso, un club può partecipare alle coppe”

La Lega di Serie A però è spaccata, molti club non vorrebbero riprendere.
“Come Uefa abbiamo ricevuto la posizione delle European Leagues, l’associazione che raggruppa le leghe, ed è unanime. Non abbiamo rapporti con singole leghe e non conosciamo i loro posizionamenti interni”.

Lei conosce la realtà italiana: molti club ritengono la data del 30 giugno il limite ultimo per terminare la stagione. Se riprenderà…
“Il 30 giugno è la data che segna la fine della stagione sportiva, della chiusura dei bilanci e dei vincoli contrattuali dei giocatori. Per prolungare il termine di chiusura dei bilanci servirà un decreto legge per superare il vincolo civilistico. Per i contratti dei giocatori invece serve una disposizione della Fifa, ma c’è disponibilità a farla”.

Ma è immaginabile che riprendano tutti i campionati più importanti e una singola federazione si dissoci?
“L’Uefa rispetta le scelte nazionali. Ci sono 55 Paesi diversi. Prendiamo atto se qualcuno non vuole proseguire. Non abbiamo potere coercitivo”.

Licenze Uefa e Fair Play Finanziario: che succederà?
“Ci sarà una data ultima e compatibile per tutte le Federazioni per presentare l’elenco dei partecipanti alle coppe europee. Il FFP ha portato il sistema da una perdita di 1,7 miliardi a un utile di 141 milioni in soli 8 anni. Non poteva essere cancellato, ma bisognava tener conto delle problematiche create dal coronavirus e quindi adeguare transitoriamente le norme, non richiedendo il budget 2020-21 fra i documenti necessari. Il pareggio di bilancio e il pagamento dei debiti scaduti restano invece in vigore”.

Cosa pensa del taglio degli stipendi dei calciatori…
“Apprezziamo la disponibilità dei giocatori, ma l’Uefa su questo non c’entra nulla”.

Uva, per quanto giocheremo a porte chiuse?
“Porte aperte e porte chiuse sono scelte dei governi nazionali. Proprio come accadde per Atalanta-Valencia e Liverpool-Atletico Madrid, partite che hanno creato polemiche. La speranza di tutti è tornare per gradi alla normalità. Nei momenti difficili come questo bisogna trovare unità e fiducia, mostrando responsabilità e credibilità. Questi sono i pilastri sui quali stiamo costruendo il futuro del calcio”.

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