Parla il figlio di Dino Viola
Ettore Viola, figlio dello storico presidente della Roma Dino, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport in relazione all’emergenza Coronavirus e all’affare Pallotta-Friedkin:
Il calcio vuole ripartire.
“Ognuno fa le proprie considerazioni, ma se il contagio è ancora nell’aria, se ci si contagia dandosi la mano… Bisogna predisporre tutto per ripartire, mai come adesso siamo nelle mani di Dio e faccio fatica a pensare che ci possa essere una data. È chiaro che la FIGC spinga per chiudere il campionato e la UEFA le coppe, un po’ per entrate economiche indubbiamente, la UEFA penso faccia fatica se non incassa soldi. C’è chi vuole continuare come Lazio e Napoli, c’è chi vorrebbe farlo finire subito come la Spal e il Brescia, c’è confusione. Purtroppo è il virus che decide”.
È complesso anche far ripartire gli allenamenti.
“Sì, tutti devono sottoporsi a tamponi ed è difficile. Bisogna essere in grado di ripartire ma senza ipotizzare una data, bisogna seguire passo passo l’evoluzione di questo malefico virus, quelle che si dicono sono supposizioni”.
È scomparso Piero Gratton, l’ideatore del “lupetto” stilizzato nelle maglie della Roma dal 1979/1980. Ci può raccontare la genesi e come la famiglia Viola lo ha accolto?
“Era l’ultimo anno del presidente Anzalone che diede a Gratton l’incarico di creare un marchio che reclamizzasse meglio il prodotto Roma. Nacque questo lupetto e debuttò in una sfida contro la Juventus vinta 1-0 dai giallorossi con gol di Di Bartolomei. Obiettivamente, a mio padre Dino questo lupetto creava perplessità, poi però il primo anno vinse la Coppa Italia…”.
L’affare Pallotta-Friedkin si farà lo stesso?
“Penso che qualsiasi imprenditore in questo momento abbia avuto delle distrazioni. Friedkin lavora in settori che hanno avuto problemi a causa del Coronavirus, trovarsi in questa situazione in Italia è chiaro che ha raffreddato gli entusiasmi, ora è normale che possa pensare di cambiare le cifre con questa situazione. Pallotta mi sembra uno che voglia vendere anche se c’è meno entusiasmo di prima, vediamo se si farà magari a cifre diverse”.