Parla il numero uno del club salentino
Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo, parlando della possibile ripresa della Serie A:
Che tipo di analisi state facendo?
“Il Paese sta vivendo un periodo di grandissima difficoltà, sia dal punto di vista umano, sia sotto il profilo economico. Io, nel mio piccolo, sto cercando di salvaguardare le aziende che dirigo per aiutare anche chi lavora con noi”.
C’è una percezione diversa sul momento attuale da parte del mondo del calcio?
“Non tutti inizialmente hanno compreso la gravità della situazione, nei primi giorni si guardava più alla classifica, invece che il dramma che si stava vivendo. Il calcio sta ipotizzando date di ripresa del campionato, ma sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Il calcio è la terza industria italiana, bisogna ripartire, ma in un termine ragionevole: se i tempi non ci saranno, non bisogna rischiare di rovinare anche la prossima stagione”.
Per una squadra come il Lecce è più conveniente giocare queste 12 partite o ripartire da zero a settembre?
“Economicamente è più vantaggioso interrompere e ricominciare. Io come presidente di un club che vuole salvarsi ho cercato sempre di mettermi a disposizione, io provo ad essere responsabile. Ma il ritorno il campo non deve comportare rischi alle persone: fin quando non si avrà l’ok da parte di medici, scienziati, non si può tornare in campo”.
Ieri la FIFA ha fatto sapere che i contratti in scadenza entro il 30 non potranno essere prorogati: ha senso continuare a giocare un campionato che rischia di finire a luglio con le rose dimezzate e senza i tifosi sugli spalti?
“Sono due osservazioni corrette. Sui contratti il presupposto era quello di avere una deroga, ma se non si potesse, andare oltre quella data significherebbe alterare la credibilità del campionato, che già perderà tanto senza il supporto dei tifosi. Ripeto, si può ricominciare, ma non dobbiamo andare troppo in là con le tempistiche”.