3000 giorni e lo Stadio della Roma ancora non c’è
3000 giorni. 72000 ore. 4 milioni e 320 mila minuti. Un calcolo se volete approssimativo, ma che rende bene l’idea dell’enormità di tempo passata da quando la Roma ha mosso i primi passi per provare a regalarsi e regalarci quella casa che aspettiamo da molto, troppo, tempo.
Da Cushman & Wakefield che passarono al vaglio nei mesi successivi 80 possibili siti, da cui poi emerse Tor di Valle. Poi Dan Meis e Scott Ferebee progettarono lo stadio, prima nel 2013, approvato poi nel 2014 da Ignazio Marino, poi di nuovo nel 2016 con il taglio delle torri di Libeskind. Nel 2018 il progetto viene definitivamente approvato, poi bruscamente interrotto dalle vicende che hanno coinvolto Luca Parnasi.
Ad oggi mancano solo dettagli di poco conto, che verranno definiti non appena riapriranno le attività della pubblica amministrazione capitolina. Un voto che verrà articolato per quel che riguarda la Convenzione su quattro documenti distinti che regoleranno i lavori sull’area di Tor di Valle. I primi tre saranno tra Campidoglio e Regione Lazio sulla Ferrovia Roma-Lido, tra Campidoglio e Città Metropolitana sull’unione di via del Mare e via Ostiense, ed infine tra proponenti e Acea sull’impianto di depurazione di Roma Sud. Lo scrive Il Romanista.