Il protocollo medico è stato scelto prevede: niente sputi o soffiate di naso in campo, per bere ognuno dovrà avere una propria bottiglia personale.
Tutti dovranno lavarsi le mani prima e dopo la partita, mentre prima del calcio d’inizio verrà disinfettato anche il pallone. Ogni club dovrà mettere a disposizione due spogliatoi per ciascuna squadra. Tutte le partite, ovviamente, saranno a porte chiuse.
Così le Isole Faroe hanno deciso di superare la crisi da coronavirus. Non solo perché al momento non c’è nessun morto e solo 185 contagi, ma anche perché – adesso è ufficiale – mentre tutto il calcio europeo discute se e quando ripartire, il campionato delle isole sospese tra Scozia, Islanda e Norvegia è il primo a ripartire tra le federazioni Uefa: da sabato 9 maggio comincia il Formuladeildin.
“Qui ancora si seguono molte precauzioni – ha detto al ‘Mundo Deportivo’ il calciatore spagnolo Pedro Tarancon, che gioca nel campionato delle Isole Faroe -, ma stiamo tornando alla normalità. Da lunedì scorso, 20 aprile, hanno riaperto le scuole, e adesso possiamo di nuovo allenarci tutti insieme. In realtà lo avevamo fatto anche nelle scorse settimane, ma solo a gruppi di cinque. Le regole in campo? Ci adattiamo, perché la salute viene prima di tutto, ma giocare a calcio è sempre bellissimo”. Riporta Mediaset.